In Messico la corte suprema ha votato contro la depenalizzazione dell’aborto

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Diversi attivisti speravano che il voto avrebbe aperto la strada per la depenalizzazione in altri stati ed eventualmente in tutto il Messico

La corte suprema del Messico ha rifiutato un’ordinanza storica per la depenalizzare dell’aborto nel Paese. Il caso in questione si basava su un’ingiunzione concessa nello stato orientale di Veracruz, che avrebbe di fatto depenalizzato la terminazione di una gravidanza nelle prime 12 settimane.



Diversi attivisti speravano che il voto avrebbe aperto la strada per la depenalizzazione in altri stati ed eventualmente in tutto il Paese. Per ora, l’aborto è legale in soli due stati su 32 in Messico.

L’associazione per i diritti riproduttivi GIRE ha definito il voto «un’opportunità storica» per gli attivisti pro-choice e le donne messicane. Durante l’udienza del 29 luglio, però, quattro dei cinque giudici della corte suprema hanno votato contro l’ordinanza.



Un giudice, durante il suo verdetto, ha detto che difendere la decisione della corte di Veracruz, «significherebbe calpestare i poteri costituzionali della corte suprema della nazione». Un altro giudice ha votato contro l’ordinanza definendola un «cavillo legale».

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Le legge contro l’aborto del Messico e la lunga lotta degli attivisti

Il governo di sinistra del partito Morena, controlla la maggior parte delle legislature statali del Messico ma è perennemente diviso sulla questione dell’aborto. In una nazione dove i valori cattolici e tradizionali spesso influenzano l’opinione pubblica, il partito rischia infatti di alienare una grande parte dell’elettorato. Tanti dei suoi sostenitori però, quelli più progressisti, hanno accusato il presidente Andrés Manuel López Obrador di non aver fatto molto per difendere i diritti delle donne, in particolare la violenza domestica e i diritti riproduttivi.

In seguito ad una protesta storica dello scorso marzo alla quale hanno preso parte migliaia di donne in tutto il Messico, il presidente aveva accusato i conservatori di «fingersi femministi per sbarazzarsi del suo governo».

I 32 stati messicani avevano ottenuto il diritto di imporre leggi sulla sanità pubblica, incluso l’aborto, nel 2008, dopo che la corte suprema aveva deciso di supportare la legge contro l’aborto a Città del Messico. 

(Immagine di copertina: dal profilo GIRE Mexico su Instagram)