Per avere la misura della polemica sulla messa di Natale del 2020, bastava leggere un paio di titoli nei giornali di oggi. Il primo è quello de Il Giornale, che si pone da sempre come la bandiera del liberismo di destra in Italia e che, invece, oggi si lancia in una polemica populista: L’Europa vieta la messa. Il secondo, a sorpresa, è quello del Fatto Quotidiano che ci ricorda UE contro le messe: “Vietare quelle di Natale”. Il terzo è quello del Tempo secondo cui L’Europa vuole umiliare il Papa.
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Il tutto perché, nella serata di ieri, è circolata una bozza di linee guida a livello comunitario in cui si chiedeva di evitare, laddove le celebrazioni dovessero prevedere grandi assembramenti, delle formule alternative per le messe di Natale, con la diretta televisiva, lo streaming o la diretta radiofonica. Non un divieto assoluto, ma una raccomandazione (tra le altre cose non vincolante) per quei casi in cui sarebbe impossibile rispettare il distanziamento sociale. Non è un’indicazione – per intenderci – per le piccole parrocchie, ma soltanto per le grandissime celebrazioni di massa che – come tutti i grandi eventi – devono essere evitate per evitare una distribuzione del contagio facilitata.
Ma a dare la misura di quanto questo dibattito sia più esterno alla chiesa cattolica che interno ci ha pensato questa mattina la CEI, la conferenza episcopale italiana, che si è detta disponibile ad assecondare qualsiasi tipo di indicazione dovesse essere prevista all’interno del Dpcm che il governo sta preparando per le festività natalizie. Monsignor Mario Meini, pro-presidente della Conferenza episcopale italiana, ha infatti affermato che le messe di Natale si svolgeranno nella piena osservanza delle norme. «Mentre alcuni interventi di ordine socio-economico stanno maturando nelle sedi istituzionali – si legge nella sua nota -, i cristiani sono chiamati, insieme a tutti i cittadini, a fare la propria parte: sul piano sanitario rispettando tutte le norme precauzionali anti-contagio. Papa Francesco ci ricorda che siamo sulla stessa barca».
Dunque, la chiesa recepisce le indicazioni. La stampa, invece, non fa altro che individuare la polemica e sbatterla in prima pagina. Del resto, c’è poco da fare i puntigliosi: come è capitato anche nella scorsa settimana con le assurde frasi sul Gesù Bambino che non nasce a comando, ma che torna sulla terra allo scoccare della mezzanotte del 25 dicembre, i social network e i giornali sembrano essere piuttosto preoccupati di diffondere malcontento, laddove – invece – la chiesa si dimostra più ragionevole: anche in quel caso, ha ricordato, l’orario della messa delle vigilia di Natale sarà in linea con quanto previsto dai dpcm, senza nessuna prescrizione obbligatoria sullo scoccare della mezzanotte.