Meluzzi e il post bufala sulla comunità LGBT e la pedofilia

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Ancora una volta, lo psicoterapeuta si è reso protagonista della condivisione di una fake news

Un uomo, tanti ruoli e occupazioni tra cui quella delle condivisioni compulsive su Twitter di qualsiasi cosa. Anche se si tratta di falsità. Alessandro Meluzzi – psichiatra, già deputato e senatore di Forza Italia, ospite fisso di alcune trasmissioni televisive, nonché primate, metropolita e arcivescovo della neocostituita Chiesa ortodossa italiana autocefala – prosegue nella sua intensa campagna social complottista. Prima contro i cosiddetti poteri oscuri, poi sulla pandemia e i vaccini. Nel corso degli anni, poi, si è specializzato anche nella condivisione di bufale sulla comunità LGBT. E ora è tornato proprio al suo primo amore social.



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Nella giornata di lunedì 28 novembre, lo psicoterapeuta ha deciso di dare in pasto alla sua platea Twitter (dove pubblica e condivide compulsivamente di tutto) un classico “tweet muto” accompagnato da un’immagine-screenshot falso.



L’immagine, secondo la narrazione bufalesca del tutto, sarebbe tratta da una pagina Facebook chiamata “LGBT News” e mostra i diversi tipi di amore che dovrebbero imparare a convivere: quello tra persone dello stesso sesso, quello tra persone di etnia differente, quello tra persone di religioni diverse. E, cerchiato, quello senza età. E lì viene riportata l’immagine stilizzata di un corpo femminile e di un corpo maschile: sulla “donna” c’è il numero 10 (quindi 10 anni), sull’uomo il 36 (36 anni).

Meluzzi e il post bufala sulla comunità LGBT e la pedofilia

Dunque, nel tweet muto di Alessandro Meluzzi si fa un chiaro riferimento a quello che lui stesso ha sempre etichettato come “teoria gender”: gli omosessuali (e non solo) equiparati alla pedofilia. Peccato per lo psicoterapeuta e arcivescovo della neocostituita Chiesa ortodossa italiana autocefala che quello screenshot da lui condiviso sia un falso (come spesso gli è capitato nella sua “carriera social”). Perché già diverso tempo fa arrivò la smentita direttamente all’agenzia Reuters: quel numero 10 sul corpo stilizzato di una donna, in realtà, era un 16 (in riferimento all’età media mondiale dell’età del consenso) modificato ad arte per creare la bufala. Una fake news smentita da anni, eppure lo psicoterapeuta l’ha propinata – ancora una volta – al suo pubblico social.