La youtuber morta in Francia e l’inchiesta per istigazione al suicidio attraverso molestie virtuali

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Mava Chou, al secolo Maeva Frossard, era molto seguita sui social network: ma dopo la separazione con il marito era stata travolta da un'ondata di commenti negativi

Era iniziato tutto come una sorta di passatempo, nel lontano 2015. Il web, a quell’altezza cronologica, era qualcosa di molto diverso rispetto a quello che è oggi. Non c’era tutta quella pretesa di perfezione che si ricerca negli influencer dei giorni nostri. Per questo la giovane donna di origini svizzere Maeva Frossard, il nickname era Mava Chou, aveva deciso di aprire un canale YouTube insieme all’allora marito, Adrien Czajczynski, in cui mostrava la vita di provincia della sua famiglia. Niente glamour, soltanto autenticità: quattro figli, i problemi di ogni giorno, le immagini della propria casa e qualche scherzo innocente. È cambiato tutto nel 2020, quando l’idillio familiare si è rovinato: Mava Chou aveva confessato in video di aver lasciato il marito. Da quel momento in poi, l’ex marito ha raccontato – con toni accesi – il suo punto di vista ai suoi followers e questi ultimi non hanno risparmiato critiche e attacchi personali a Mava Chou. Qualcuno è arrivato a fare del gossip spinto, ad accusarla di non essere una buona madre, a postare fotografie dell’auto del nuovo compagno parcheggiata davanti all’appartamento della donna, a invadere continuamente la sua privacy. Gli haters l’hanno fatta precipitare nel baratro.



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Mava Chou, il suicidio e l’inchiesta per istigazione da parte degli haters

Alla fine, il 22 dicembre 2021 Mava Chou si è tolta la vita e la notizia ha mandato in choc la Francia. Nella giornata di ieri, nel corso di una trasmissione di TF1, il nuovo compagno di Mava Chou ha trovato il coraggio di raccontare gli ultimi giorni della youtuber. Ha spiegato che nel corso dell’ultimo anno la donna aveva già tentato il suicidio altre tre volte, che non ce la faceva più a sostenere migliaia di commenti violenti e negativi rispetto alle sue scelte di vita. Anche per questo motivo è stata aperta un’indagine per istigazione al suicidio attraverso le molestie virtuali.



L’audience di Mava Chou era significativa: 151mila iscritti al suo canale Youtube, 38mila followers su Facebook e 90mila su Instagram. Quella che potremmo definire una media-influencer, come ce ne sono tante altre. Eppure, il sentiment dei commenti negli ultimi due anni era diventato tremendamente negativo, influenzato anche dai racconti dell’ex marito con cui, dal 2015, aveva condiviso il progetto di sbarcare su YouTube. Il dettaglio da non sottovalutare è che una denuncia di Mava Chou era stata presentata per le molestie morali subite, ma era stata depositata il giorno stesso della morte della youtuber. Negli ultimi post e negli ultimi video pubblicati, Mava Chou si era mostrata sempre più distante, parlando di una possibile e prolungata assenza dai social network nelle settimane successive al 15 dicembre, giorno del suo ultimo video.



FOTO dall’ultimo video di Mava Chou su YouTube