Salvini dice che «con il 2,2% di deficit/pil non ci fai niente», ma dimentica che il «suo» era al 2,04%

Categorie: Attualità

Lo afferma da Stroncone in Umbria, dove è impegnato in campagna elettorale

Matteo Salvini è piccato ed è quasi incredulo da quanto emerso dal consiglio dei ministri di questo pomeriggio. Non ha strumenti per attaccare il governo (l’aumento dell’Iva è stato completamente sterilizzato dalla prossima manovra) e non può insistere su quello che è stato il mantra di questi ultimi giorni. Allo stesso modo, non può dire nulla sul cuneo fiscale – previsto anche qui un taglio – se non un evangelico «se non vedo non credo». Non più San Matteo, ma San Tommaso.



LEGGI ANCHE > Manovra senza aumento dell’Iva: deficit/pil al 2,2%

Matteo Salvini e il rapporto deficit/pil al 2,2% con cui «non ci fai niente»

L’unico appiglio, il leader della Lega riesce a trovarlo sul rapporto deficit/pil, che la nota di aggiornamento del Def fissa al 2,2%. «Con questa cifra non ci fai niente – ha detto il numero uno del Carroccio da Stroncone, in provincia di Terni, dove è impegnato nella campagna elettorale per le regionali in Umbria -: al massimo fai contento qualcuno a Bruxellesa, a Berlino, a Parigi ma non 60 milioni di italiani».



Nel governo con Matteo Salvini lo stesso dato era al 2,04%

Tuttavia, qualcuno dovrebbe far notare a Matteo Salvini che di questi tempi, l’anno scorso, il governo che lo vedeva all’interno della squadra dei ministri aveva promesso di battere i pugni prima per un deficit che sforasse il 3%, poi per un rapporto entro i limiti di Bruxelles fissato al 2,4%, salvo poi ripiegare – su pressione dell’allora ministro dell’Economia Giovanni Tria – a un più contenuto 2,04%. Con la mossa propagandistica dei due decimali dopo la virgola.

Dunque, se il 2,2% – come dice Salvini – farà contento Bruxelles, dobbiamo desumere che – quando c’era lui – i burocrati dell’Unione Europea hanno fatto i salti di gioia. Il deficit al 2,04% non ha impedito al governo giallo-verde di attuare misure come il reddito di cittadinanza e quota 100, di per sé molto onerose per la spesa pubblica. Il 2,2% aumenta di 0,16 il rapporto deficit/pil rispetto al precedente esecutivo, intendendo mantenere questa soglia anche nell’anno successivo.



FOTO: TWITTER MATTEO SALVINI