Matteo Cambi: «Non associate la mia storia a quella di Genovese. Spero in pene severe»

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Matteo Cambi chiede, nonostante la storia possa essere parallela, di non essere associato ad Alberto Genovese

Matteo Cambi, inventore del marchio “Guru”, era riuscito a stravolgere il mercato con la sua genialità e creatività creando un marchio che gli ha fatto guadagnare 100 milioni di euro. Poi la vita lo ha portato dalle stelle alla polvere di stelle. Un po’ la parabola che ha conosciuto Alberto Genovese con l’aggravante di reati ben più gravi, gravissimi.



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Matteo, che ne pensa di questa situazione?
“Se le accuse che ho letto sono vere, stiamo parlando di reati allucinanti. I miei reati erano finanziari, nulla a che vedere con questa storiaccia”

In molti rivedono lo stile di vita, lontano dai reati, di Genovese un po’ come il suo quando ha conquistato: denari, donne e vittorie. Concorda?



“Assolutamente no. A prescindere dal successo lavorativo, sono due parabole diverse. Io sono stato un debole dipendente dalla cocaina. Io ho distrutto tutto. Non gli altri. Io ho fatto del male a me stesso e la mia famiglia. Non persone esterne. Il paragone non voglio nemmeno che si faccia lontanamente”

Matteo, lei però sa che a un certo punto nel cervello qualcosa scatta, che cosa in Genovese?

“A me personalmente scattava la corsa verso l’auto distruzione mixata all’esagerazione totale. Volevo sempre il massimo di tutto: questa è una malattia. Ma il punto principale era la coca, la dipendenza e il volere tutto, sempre tutto al top. In Genovese credo sia scattato qualcosa di più “ampio”. Una storia talmente tosta che non saprei da dove partire. Non è solo dipendenza da cocaina, qualcosa di più “negativamente” profondo. L’ha fatta grossa, molto”

Lei lo conosceva?
“No. Nemmeno per sentito dire. Nulla”

Quanti anni di carcere ha scontato lei per i suoi reati?
“Sono stato condannato a quattro anni con un risarcimento milionario compiuto ai debitori. Per Genovese temo pene più severe, molto fin più”

Da spettatore che effetto le ha fatto assistere a questa vicenda?
“Mi è dispiaciuto soprattutto per le vittime. Non sono un giudice, chi lo farà, saprà farlo meglio di me”

Oggi lei come vive?
“Sono partito con un nuovo brand. Si chiama “Valvola”. Ho ritrovato mia moglie. Le mie figlie, la serenità di arrivare a fine mese, la gioia delle cose quotidiane”

Qual è la morale di questa vicenda?
“Uno psichiatria che mi ha curato mi disse: “A volte le situazioni gestiscono noi mentre noi siamo convinti di gestire la situazione”. Genovese, ha perso di vista la vita. La mia storia è ben lontana da lui”