Le coppie dello stesso sesso che si sposano via Zoom sfruttando una legge dello Utah

Categorie: Social Network
Tag: ,

Non solo coppie dello stesso sesso ma anche coppie che, per le ragioni più varie, vedono un'opportunità in una legge dello Utah che permette il matrimonio via Zoom

Si tratta di un escamotage geniale che vede le coppie dello stesso sesso di tutto il mondo sfruttare una legge dello Utah dal 2020. Racconti dalla Cina – e non solo – arrivano grazie a un recente reportage di Rest of World che evidenzia come per un numero di coppie in costante aumento stia diventando conveniente (e di conseguenza sempre più diffuso) sposarsi via Zoom sfruttando la legge della contea Usa dello Utah. Vediamo di capire come funziona, a partire dalla legge che lo permette, questo fenomeno dei matrimoni LGBT via Zoom.



LEGGI ANCHE >>> «Giorgia Meloni diffonde fake e fa una gerarchia dei diritti utilizzando la comunità Lgbt+»

Matrimoni LGBT via Zoom, come funziona la legge dello Utah

Si tratta di una legge che è nata nell’ambito della pandemia, quando lockdown e chiusura delle frontiere nazionali e internazionali erano frequenti e i matrimoni già organizzati dovevano essere rimandati o celebrati in diversa maniera. Nello Utah è stato possibile, da allora, farsi sposare su Zoom da un celebrante senza la necessità di essere fisicamente presenti nello stesso luogo. Questo ha dato diritto, a molte persone, di ricongiungersi dopo essersi sposate online avendo acquisito lo status di coniugate.



Per risultare sposati, in Usa, due persone devono ottenere una licenza di matrimonio, partecipare a una cerimonia nuziale e procedere con la registrazione dell’avvenuto matrimonio nella contea dove è stato celebrato. Potendo svolgere l’intero processo online, quindi – con invitati e officiante regolarmente registrato collegati su Zoom – anche dopo che tutti abbiamo potuto tornare a viaggiare le persone che hanno scelto di usare questa formula non sono calate. Si tratta soprattutto di coppie dello stesso sesso che, vivendo in luoghi dove il matrimonio egualitario non è legale (anche l’Italia è tra questi) scelgono di unirsi legalmente almeno davanti allo stato dello Utah. Tutto questo è possibile perché lo Utah non chiede alle persone che vogliono sposarsi né cittadinanza né residenza negli Stati Uniti.

La scelta dello stato Usa fa parte di tutta una serie di procedure di digitalizzazione e modernizzazione della pubblica amministrazione che, di fatti, l’ha messo al centro dell’interesse di moltissime coppie internazionali (non solo per i matrimoni LGBT via Zoom) che puntano a trovare il modo più semplice, rapido ed economico per sposarsi all’estero.



Nel giro di un anno sono duecento le coppie cinesi che si sono sposate legalmente su Zoom

Come raccontato nel reportage, tra Cina continentale e Hong Kong sono almeno duecento le coppie che – nell’ultimo anno – si sono sposate via Zoom diventando unite legalmente in matrimonio nella contea dello Utah. Considerate le regole molto severe che ancora vigono in Cina per gli spostamenti, rimane l’opzione più gettonata – quindi – non solo per coloro che non vogliono spendere per andare a sposarsi all’estero ma anche per quelli che subiscono restrizioni a livello di spostamenti ancora molto severe.

Sono diversi i servizi di organizzazione di matrimoni che – intercettato il fenomeno – hanno iniziato a proporre l’opzione matrimonio via Zoom con un processo amministrativo che costa circa 100 dollari. Se in Cina l’unione nello Utah non vale e non è riconosciuta, ci sono paesi in cui i risvolti possono essere notevoli. Nel reportage si fa l’esempio di una coppia di donne: una attivista cinese che vive nel Regno Unito ha potuto, sposandosi via Zoom, far sì che la sua fidanzata la raggiungesse in Europa ottenendo un visto per ricongiungimento familiare.