Cosa sono e come funzionano i nuovi “match al buio” su Tinder

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L'app di incontri ha creato una nuova funzione dedicata a tutti gli iscritti che non vogliono fermarsi alla prima apparenza

Conoscersi, sempre virtualmente, prima dell’apparenza fisica. Questa è l’ultima novità introdotta da Tinder. La nota app di appuntamenti ha annunciato un nuovo aggiornamento che riguarda i cosiddetti “match al buio“. Una funzione figlia di sondaggi e studi che hanno evidenziato come le nuove generazioni siano molto più inclini a scambiare qualche parola con gli altri prima di scoprire il loro volto e la loro fisicità. Ovviamente il tutto in formato virtuale, a distanza.



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Come funzionano questi match al buio? A spiegarlo è la stessa Tinder: «I membri potranno chattare tra loro senza vedere le foto profilo. Dopo aver risposto ad alcune domande a tema pop, saranno abbinati in una sessione di chat a tempo: qui potranno mettere la propria personalità al primo posto e affidarsi esclusivamente alla conversazione. Quando il timer scade, decideranno se fare Match, e continuare a chattare svelando i propri profili, o andare oltre. Nei primi test, i membri che hanno utilizzato Match al buio hanno ottenuto il 40% di Match in più rispetto a chi utilizza le altre funzioni di Fast Chat disponibili su Explore».



Match al buio su Tinder, cosa sono e come funzionano

Si tratta, dunque, di una conoscenza che parte sempre da una forma virtuale, come è sempre stato per Tinder. Prima una serie di domande a cui rispondere. E proprio in base alle risposte, l’algoritmo abbinerà due profili che avranno la possibilità di chattare per qualche minuto per scoprire eventuali affinità. Alla fine di questo tempo limitato, si potrà decidere se dare il via libera al match oppure chiudere la conversazione. Nel primo caso, si viene rimandati alla versione classica della chat di Tinder, con la possibilità di vedere il profilo, le immagini, la bio e la descrizione dell’altro utente “matchato”. E da lì varrà il classico detto: se son rose fioriranno.

L’indagine tra i più giovani

Tinder ha spiegato come la funzione “match al buio” sia nata dalle richieste della Gen Z italiana. I dati raccolti da Opinium (che ha intervistato mille tra ragazze e ragazzi in Italia, tra i 18 e i 24 anni) hanno messo evidenziato come i più giovani non vogliano fermarsi all’apparenza e quasi il 48% di loro vorrebbe conoscere qualcuno che avrebbero scartato fermandosi solamente alle foto e all’aspetto fisico. L’effetto sorpresa, dunque, partendo da un’applicazione per appuntamenti. Il tutto da consumarsi, all’inizio, rigorosamente in rete.