Massimo Giannini ribadisce a Salvini che «La Stampa non pubblica fake news»

Il direttore del quotidiano, dopo le rivelazioni del suo giornale che aveva citato fonti di intelligence, ha spiegato il suo punto di vista e la posizione del quotidiano torinese

29/07/2022 di Redazione

Massimo Giannini è intervenuto con un video editoriale sul quotidiano da lui diretto, La Stampa, che – nella giornata di ieri – aveva pubblicato in esclusiva la sintesi di alcuni documenti di intelligence visionati dalla redazione. Secondo questi documenti, il consigliere di Matteo Salvini Antonio Capuano avrebbe avuto degli scambi con un funzionario dell’ambasciata russa sulla tenuta del governo guidato da Mario Draghi. L’articolo aveva sollevato delle reazioni: quella indignata della Lega – con Salvini che aveva fatto notare la coincidenza dell’uscita di questa notizia con l’inizio della campagna elettorale – e quella prudente del sottosegretario con delega ai servizi segreti Franco Gabrielli, che aveva smentito che questa notizia avesse un fondamento o provenisse da fonti dell’intelligence. Massimo Giannini ha ribadito, però, che La Stampa non pubblica fake news.

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Massimo Giannini parla dell’anteprima de La Stampa su Lega e ambasciata russa

In modo particolare, Massimo Giannini ha chiarito il concetto di «sintesi informale del lavoro di intelligence», la posizione che il suo quotidiano aveva preso ieri, per ribattere alle accuse di false informazioni: «Derivano dalla lettura di note informali tratte da documenti di intelligence che peraltro erano stati inoltrati anche agli appositi organi competenti: non abbiamo nulla di cui rimproverarci, è tutto vero e continueremo a raccontare questa e altre vicende. Facciamo il nostro mestierie: capiamo la rabbia di Salvini che parla di fake news. Sappia Matteo Salvini, e tutti gli altri leader politici, che La Stampa non produce fake news e che l’unica cosa che ci sta a cuore è il giornalismo».

Il direttore de La Stampa, dunque, lancia un messaggio a tutti coloro che, anche attraverso i social network, hanno tentato di amplificare il messaggio politico che stava arrivando – per tutta la giornata di ieri – dalla Lega. Tra le altre cose, ha anche ricordato come l’ambasciata russa sia stata già altre volte particolarmente severa con la sua testata: dopo un articolo di Domenico Quirico, poco dopo l’inizio della guerra in Ucraina, l’ambasciatore russo Razov aveva querelato il giornale di Giannini per un articolo in cui si raccontava – tra l’altro in termini critici – dell’ipotetico scenario di un assassinio di Vladimir Putin per fermare la guerra stessa. La querela, in quella circostanza, era stata archiviata poiché non era stato ravvisato alcun reato.

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