Massimo Galli: «Chi parla di virus morto è una minoranza rumorosa di colleghi buonisti»

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Sostiene che se ci sono ancora decessi, non si possa parlare di emergenza superata

Il botta e risposta tra medici e virologi continua a spron battuto. Le polemiche a distanza non si sono spente, anzi si sono rinvigorite dopo il convegno al Senato di lunedì scorso proprio sul Covid. E da quel giorno continuano le punzecchiatura, in particolare tra Massimo Galli e Alberto Zangrillo. Ieri sera, nei salotti televisivi, è andato in scena l’ennesimo round di questa atavica battaglia tra chi sostiene che l’emergenza sia superata e chi, invece, parla di situazione ancora non positiva a causa dei numerosi focolai presenti da Nord a Sud.



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«I pochi buonisti che continuano a fare rumore devono farsi una domanda sull’utilità di questo messaggio che non ha base scientifica», ha detto Massimo Galli. La posizione del direttore del reparto Malattie Infettive all’Ospedale Sacco di Milano è ben nota e si basa sui numeri quotidiani che mostrano un numero ancora elevato di nuovi contagiati (e, purtroppo, ancora qualche decesso).



Massimo Galli replica ai colleghi buonisti

E la sue parole motivano la sua tesi: «Una minoranza rumorosa di colleghi, che stimo e conosco da anni e per cui nutro anche sentimenti d’amicizia, mi sembra vogliano portare avanti una posizione su cui non mi va nemmeno di misurarmi – ha detto Massimo Galli, questa volta in collegamento con In Onda, su La7 -. Un virus clinicamente morto non ammazza più, purtroppo non è cosi. Il virus ammazza ancora, fortunatamente in misura minore».

Un virus morto non ammazza più

E sul convegno al Senato: «Quando ho ricevuto una telefonata da un’agenzia di stampa, ero immerso tra una riunione e un’altra. Non sono stati nemmeno chiari nel pormi la domanda: mi hanno parlato di un cantante, di un critico d’arte e di un politico e ho detto che non mi sembra che queste persone abbiano titolo per parlare di questa cosa. Il guaio è che lì c’erano anche miei colleghi, tutti si sono incavolati».



(foto di copertina: da Stasera Italia, Rete 4)