Le molecole organiche su Marte e quell’indizio sulla vita presente sul pianeta rosso

Un altro passo in avanti per poter parlare, in maniera definitiva, della presenza della vita su Marte. Secondo gli ultimi dati inviati dalla sonda Nasa Curiosity, sul pianeta rosso sono state rintracciate molecole organiche. Una scoperta fondamentale, che non rappresenta ancora la prova definitiva della vita, ma indica una forte probabilità che tre miliardi e mezzo di anni fa su Marte ci fossero i requisiti adatti per ospitarla.

Marte, cosa significa questa scoperta

Questa importantissima scoperta, cruciale per la missione ExoMars 2020, organizzata da Agenzia Spaziale Europea (Esa) e Russia e destinata a perforare il suolo marziano fino alla profondità di due metri, rappresenta anche uno stimolo in più per quanto fatto in proposito nel nostro Paese. Proprio nel corso di questa missione, infatti, verrà utilizzato un trapano speciale costruito in Italia.

Proprio attraverso la perforazione del suolo del pianeta rosso, infatti, potrebbero arrivare ulteriori indizi legati a possibili forme di vita che, in passato, hanno attraversato Marte. Una sorta di antenato alieno, insomma, delle forme di vita che successivamente si sono sviluppate sulla Terra.

Marte, le reazioni della comunità scientifica

«Oltre a dimostrare, per la prima volta, che molecole organiche importanti per l’origine della vita sono presenti su Marte – ha osservato John Brucato, dell’Osservatorio di Arcetri dell’Istituto Nazionale di Astrofisica -, Curiosity mostra che queste molecole riescono a sopravvivere in ambienti ostili come la superficie del pianeta rosso, battuta continuamente dai raggi cosmici e dalla radiazione ultravioletta solare».

Le molecole portate alla luce dalla sonda Curiosity, sono state ritrovate all’interno del cratere Gale, esplorato nell’agosto del 2012. Si tratta, con ogni probabilità, di argillite di origine lacustre che ha circa 3,5 miliardi di anni. Potrebbe essere senz’altro la testimonianza di una vita passata o cibo di forme di vita esistenti, o – e in questo caso la delusione sarebbe enorme – qualcosa di indipendente dalla vita. Quello che è certo, tuttavia, è che se la materia organica è stata trovata in prossimità della superficie di un ambiente ostile come quello marziano, le possibilità di trovarla nel sottosuolo (compito della missione ExoMars 2020) potrebbero aumentare in maniera esponenziale.

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