Tutto ciò che c’è di sbagliato nelle parole di Mario Sconcerti sull’aggressione al “Franchi” di Firenze

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Nel suo intervento a "Pressing", il giornalista ha parlato di un gesto da condannare. Però, con dei "ma..."

A volte basterebbe fermarsi a una ferma condanna davanti a episodi di violenza immortalati anche della telecamere. Immagini che parlano da sole, senza bisogno di ulteriori commenti e ricerche del classico “pelo nell’uovo”. Ma quanto accaduto domenica sera nel corso della trasmissione Pressing – in onda su Italia 1 al termine del posticipo serale di Serie A – è riuscito a travalicare questi che sono dei paletti ineludibili per chi fa del giornalismo, anche nelle vesti di opinionista. E ancora una volta, a finire nel bel mezzo del ciclone delle polemiche è stato Mario Sconcerti.



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L’ex direttore, tra gli altri, de Il Corriere dello Sport, era ospite (in collegamento) di Massimo Callegari ed è stato chiamato a commentare quel che è accaduto sugli spalti del “Franchi” di Firenze pochi minuti dopo il fischio finale del match tra Fiorentina e Inter. La partita è stata decisa a pochi secondi dal triplice fischio da un gol realizzato dal nerazzurro Henrikh Mkhitaryan, al termine di diverse polemiche – in campo e fuori – per una gestione arbitrale contestata dai padroni di casa (non solo per la rete decisiva che ha consegnato i 3 punti ai nerazzurri, ma anche per la mancata espulsione di Federico Di Marco in occasione del fallo da rigore – poi realizzato da Cabral – che ha riaperto la partita a un quarto d’ora dalla fine del primo tempo). Sugli spalti, subito dopo il gol vittoria dell’Inter, ci sono stati dei “battibecchi” (per usare un eufemismo), con tanto di minacce nei confronti di un tifoso nerazzurro (aggredito anche fisicamente).



Mario Sconcerti e le parole suo tifoso dell’Inter aggredito

Questo è il contesto su cui Mario Sconcerti (e non solo) è stato chiamato a commentare. E il giornalista, con un passato da dirigente viola, ha dato la sua opinione su quanto accaduto.

«I gesti incivili non c’è dubbio che siano tutti da non considerare, però se si considerassero anche i falli sul campo sarebbe meglio. Ci sono le cosiddette attenuanti. In questo Paese, si poteva ammazzare, esisteva il diritto d’onore se tu ammazzavi la donna che ti aveva aggredito. Quindi esistono questo tipo di cose. Siamo tutti delle persone civili che ogni tanto perdono la testa. Ci sono delle attenuanti, la frustrazione è una delle attenuanti. Qui eravamo sul caldo, dopo una partita che l’Inter doveva giocare in dieci e chiaramente, ancora adesso, molti sostengono che c’era un fallo (sul gol finale, ndr). Non si può accusare di inciviltà e fare lezioni noi di moralità su un avvenimento sportivo discretamente falsato».

Cosa c’è di sbagliato?

Prima di arrivare alla risposta alla domanda con cui abbiamo titolato questo articolo, occorre sottolineare un aspetto. I conduttori, Monica Bertini e Massimo Callegari sono intervenuti per fermare alcuni pensieri espressi da Mario Sconcerti: Callegari sul “delitto d’onore” e Bertini per chiedere al giornalista di condannare il gesto di violenza e minaccia nei confronti del tifoso nerazzurro aggredito al “Franchi“.

Perché, evidentemente, il punto di caduta del discorso di Sconcerti non è apparso sbagliato solamente ai telespettatori a casa, ma anche a chi era in studio. Dunque, cosa c’è di sbagliato? Praticamente tutto. Perché la violenza dentro o fuori i campi da calcio non può trovare attenuanti. Non può esser fatto passare il messaggio che la “frustrazione” per un torto arbitrale subìto possa portare ad aggressioni fisiche (e neanche dialettiche). Ed è questo quel che è sbagliato nel messaggio di Mario Sconcerti. Praticamente tutto.

(Foto IPP/Felice De Martino)