Mario Paciolla e il mouse sporco di sangue: «La sua morte un prezzo per la caduta di un ministro?»

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Sembra indebolirsi sempre di più la tesi di un suicidio

Grazie a un illuminante articolo della giornalista Claudia Julieta Duque sul principale quotidiano colombiano, El Espectador, emergono nuovi elementi circa la morte di Mario Paciolla, avvenuta in Colombia lo scorso 15 luglio e subito bollata dalle autorità locali come suicidio. Un suicidio a cui la famiglia del volontario in forza all’Onu non ha mai creduto.



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Mario Paciolla, gli ultimi sospetti da un’inchiesta de L’Espectador

Gli elementi che emergono portano sulla strada di una sorta di complotto internazionale, dove anche l’Onu avrebbe giocato un ruolo non di poco conto nel depistare le indagini. Innanzitutto si parte da un dettaglio: alcuni testimoni hanno riferito che, al momento del ritrovamento del suo corpo, il mouse di Mario Paciolla era sporco di sangue. Piuttosto anomalo questo dettaglio, per una persona che si sarebbe suicidata.



Ma qual è la reale catena dei sospetti che ha portato ad avanzare dubbi sulla morte di Mario Paciolla? Probabile che il volontario dell’Onu abbia fatto un rapporto molto dettagliato di un’azione dell’esercito colombiano avvenuta il 29 agosto 2019, quando – nell’assalto al quartier generale di un ex guerrigliero delle Farc, Rogelio Bolivar Cordova – morirono anche sette minorenni tra i 12 e i 17 anni che erano stati assoldati dallo stesso guerrigliero.

Le indagini di Mario Paciolla su un’azione militare in cui sono morti sette minori

In seguito a quell’azione e a una fuga di notizie relativa ai dettagli dell’operazione, il ministro della Difesa colombiano, Guillermo Botero, fu costretto alle dimissioni. Possibile, dunque, che quella fuga di notizie – Mario Paciolla aveva fatto un lavoro molto scrupoloso, da osservatore Onu, su quanto accaduto il 29 agosto 2019 nell’accampamento di Cordova – sia in qualche modo collegata al ragazzo napoletano che, dopo qualche tempo, iniziò ad avere quelli che i suoi familiari definiscono comportamenti insoliti.



La cancellazione di materiale scritto da lui su internet, la cancellazione di alcune fotografie dai suoi social network, il fatto che questi social network – un tempo pubblici – fossero all’improvviso settati sulla modalità privata. E poi, un backup del computer, l’utilizzo di connessioni internet diverse rispetto a quelle della sua famiglia, il costante sospetto di essere hackerato. Da qui la domanda della giornalista de L’Espectador: «La morte di Mario Paciolla è stato il prezzo per le dimissioni di un importante ministro colombiano?».