La richiesta di «diagnosi televisiva» alla virologa durante L’aria che tira

Dalla prima battuta di Maria Rita Gismondo durante “L’aria che tira” de La7 si capisce già che non sarà un intervento da poco. Alla virologa viene infatti chiesto di commentare se il ragazzo intervistato dal giornalista inviato in una zona rossa debba o meno stare a casa

La richiesta di «diagnosi televisiva» alla virologa durante L’aria che tira

LEGGI ANCHE> Giuseppe Conte bacchetta la Rai: «Toni più bassi sul Coronavirus»

Il paradosso è evidente: un ragazzo viene intervistato dal giornalista de L’Aria che Tira lamentando di avere la polmonite, che il medico di base gli ha detto di non recarsi nello studio ma di chiamare il 112 ma che ai numeri di emergenza non risponde nessuno. Ci sono delle evidenti problematiche in tutto ciò, a partire dalla domanda rivolta a Maria Rita Gismondo, Direttore responsabile del laboratorio di Macrobiologia Clinica, Virologia e Diagnostica Bioemergenze dell’Ospedale Sacco di Milano. Myrta Merlino le chiede infatti «secondo lei dovrebbe restare a casa?», la risposta è talmente permeata di buon senso da essere scioccante: «Mi è capitato di tutto, ma di fare una diagnosi televisiva mai». Una chiara frecciatina alla modalità con cui si stava trattando l’ennesimo servizio sul coronavirus. La virologa ha chiaramente evidenziato come sia necessario rispettare le norme adottate nelle zone rosse, «se il signore dice polmonite credo che qualcuno gliel’avrà diagnosticato» continua Gismondo, che però poi parla dell’elefante nella stanza. «Questo signore è stato invitato a restare a casa, e lo trovo fuori a parlare con altra gente – lo bacchetta – dovrebbe seguire quello che gli è stato detto, per se stesso e per le persone che frequenta». «Non è possibile certamente fare tamponi a tutti, e se qualcuno gli dice che deve stare a casa per evitare contagi nel caso fosse positivo dovrebbe stare a casa»

Mascherina sì, mascherina no

La questione tocca anche la necessità di indossare la mascherina. Il giornalista inviato infatti la sta indossando, ma le persone insieme a lui no. Poco prima Walter Ricciardi aveva dichiarato che indossarle è inutile se non si è sospetti contagiati, in particolar modo quelle senza filtri. Ma lui si difende dicendo che essendo un prossimità di una zona rossa sta seguendo le direttive che gli sono state date dal Ministero della Sanità. E in parte gli da ragione anche Gismondo che, in soldoni, concorda con Ricciardi ma considerando che, essendo il giornalista a contatto con diverse persone potenzialmente contagiate, è meglio che si comporti al pari di un sanitario indossando la mascherina. «Per una precauzione eccessiva, ma utile, meglio che indossi la mascherina», anche se poi evidenzia come la mascherina indossata dal reporter non protegga dal virus.

(Credits immagine di copertina: fermo immagine video corrieretv)

Share this article