Il messaggio di Manuel Bortuzzo: «Se con me la vita è stata bastarda, con te non ha avuto pietà»

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Il messaggio su Instagram Stories

Manuel Bortuzzo, il nuotatore di 19 anni che il 3 febbraio scorso è stato colpito a Roma a causa di uno scambio di persona e che da allora ha perso l’uso delle gambe, si è stretto intorno ai familiari di Luca Sacchi, il giovane di 24 anni che è stato ucciso vicino alla Caffarella, sempre nella Capitale, da un colpo di pistola all’uscita di un locale.



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Manuel Bortuzzo e il messaggio di solidarietà alla famiglia di Luca Sacchi

Logico che la storia di Manuel Bortuzzo, molto simile se non per il diverso esito, a quella di Luca Sacchi abbia provocato nel ragazzo una reazione intensa. Per questo motivo, via Instagram Stories, Manuel Bortuzzo ha voluto mandare un messaggio ai familiari di Luca Sacchi: «Non ho mai sentito un episodio così vicino a me – ha scritto il nuotatore -. Ma se nel mio caso la vita è stata bastarda, con te non ha avuto proprio pietà».



Dopo i soccorsi a cui è stato sottoposto nella notte e per tutta la mattinata di ieri, 24 ottobre, il decesso di Luca Sacchi è stato dichiarato dai medici dell’ospedale che lo aveva preso in cura nel primissimo pomeriggio della giornata di ieri. Per questo motivo, Manuel Bortuzzo ha voluto esprimere tutto il suo cordoglio alla famiglia di Luca Sacchi: «Riposa in pace Luca – ha continuato Bortuzzo sui social -. Non ho più parole per descrivere quello che sto provando in questo momento. Mi stringo vicino ai tuoi familiari».

Anche il padre di Manuel Bortuzzo ha commentato la vicenda

Questa mattina è stato il padre di Manuel Bortuzzo a rilasciare un’intervista al quotidiano Il Messaggero per commentare la drammatica vicenda che ha scosso Roma nel corso della giornata di ieri: «La verità è che le armi circolano con una facilità impressionante – ha detto il papà di Manuel, Franco Bortuzzo -. È tutto così brutale. Mi sembrano cose dell’altro mondo, che non riesco a capire. Si spara per nulla. Penso che dipenda dalla cultura e dall’educazione delle persone. Dall’incapacità di tirare su i figli nel modo giusto. Di insegnargli il valore della vita. Anche uno scippo oggi si fa con una pistola. I ragazzi si trasformano in killer. Si spara per nulla. Se avessero altri interessi, se fossero cresciuti con obiettivi tutto sarebbe diverso. E non starebbero a sparare a coetanei. Per me la chiave resta lo sport». La vicenda dei due ragazzi è stata resa ancora più simile dal fatto che anche Luca Sacchi amava lo sport: era personal trainer ed era anche un esperto di judo ju jitsu brasiliano.