Cosa c’è di vero nel manifesto anti aborto di ProVita
05/04/2018 di Stefania Carboni
Sta facendo discutere un manifesto dell’associazione anti abortista “ProVita” affisso all’altezza del civico 58 di via Gregorio VII a Roma. Il messaggio è chiaro ed eloquente: “Tu sei qui perché tua mamma non ti ha abortito“. L’immagine elenca una serie di cose che il bambino feto può fare dall’undicesima settimana di gravidanza. In Italia si può decidere di abortire entro i primi 90 giorni di gravidanza. Entro questo termine l’intervento comporta rischi minimi. In base alla legge 194 del 1978 l’interruzione di gravidanza può essere praticata anche dopo novanta giorni di gestazione con l’aborto terapeutico, consentito per gravi motivi di salute, accertati dal medico. Ma in realtà il feto all’undicesima settimana può fare davvero tutte queste cose?
Sul sito internet della onlus ProVita si spiega il perché di questo manifesto: “L’immagine di un bambino nel grembo materno, per scuotere milioni di coscienze. Da oggi (3 aprile ndr) fino al 15 aprile, un maxi manifesto ProVita di 7 metri per 11 ricorda a Roma, all’Italia e a tutto il mondo che l’interruzione volontaria della gravidanza. (Ivg) sopprime un essere vivente. Non un grumo di cellule“. Gli antiabortisti stanno intensificando la loro campagna di comunicazione in vista del 22 maggio, data in cui, quarant’anni fa fu legalizzato l’aborto.
MANIFESTO PROVITA: COSA FA IL FETO E COME APPARE ALL’UNDICESIMA SETTIMANA
Durante l’undicesima settimana di gravidanza il feto è lungo 3.1 centimetri circa, più o meno come una limetta. Gran parte degli organi sì, si sono formati, ma non sono del tutto sviluppati e funzioneranno completamente solo alla fine della gestazione. Giusto per sottolineare un esempio non da poco i polmoni sono gli ultimi organi a formarsi. Le tappe fondamentali per lo sviluppo della maturazione polmonare fetale si suddividono in tre fasi: a 20 settimane gestazionali (sg) avviene la differenziazione dell’epitelio polmonare in pneumociti di tipo I e II, a 24 sg la formazione dell’ unità alveolo-capillare e tra le 20 e le 36 sg la maturazione del sistema enzimatico per la sintesi del surfactante. Lo spiega molto bene un sito che parla dell‘induzione della maturità polmonare fetale. Aspetto che non auguriamo mai a nessun futuro genitore.
MANIFESTO PROVITA: IL CUORE E IL POLLICE
All’undicesima settimana le ossa iniziano ad indurirsi ma la pelle è un sottile strato, trasparente. Il cuore inizia a battere già dalla sesta settimana. Ma può essere ascoltato però solo dopo le 10 settimane, questo per non utilizzare la metodica Doppler.
“Già ti succhiavi il pollice”
Le settimane ed i mesi in genere vengono stabiliti con l'”età gestazionale”. Se si vuole calcolare l’età precisa dell’embrione (“età concezionale”) basterà togliere invece due settimane. In base all’età gestazionale alla terza settimana c’è la fecondazione dell’ovocita, formazione dell’embrione e suo impianto in cavità uterina. Qui tutte le tappe della formazione dell’embrione fino al suo completamento gestazionale.
E il pollice? In realtà all’undicesima settimana il feto generalmente non succhia il pollice: è ancora molto presto. Lo potrebbe fare, con molta probabilità, dalla tredicesima settimana in poi. Quando il feto può deglutire, avere il singhiozzo e urinare, ma soprattutto quando si iniziano a distinguere i primi movimenti nell’utero.
Il 22 maggio 1978 l’Italia decise di regolarizzare un fenomeno, quello degli aborti, che senza una normativa efficace avrebbe provocato ulteriori morti in sale clandestine, sale in cui si poneva l’interruzione di gravidanza senza alcun rispetto sanitario e psicologico sulle donne nel nostro Paese.
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Decidere di abortire non è una colpa. Si tratta di una scelta molto delicata, a volte sofferta, in cui la donna deve esser accompagnata in un percorso che potrebbe non esser facile. A volte è una decisione serena, a volte no. Quel manifesto sembra avere un preciso target: colpire chi non ha vissuto e chi suppone di non vivere in modo sereno questa scelta.
L’affissione ha suscitato diverse polemiche. Le donne del Pd e della Lista Civica “RomaTornaRoma” presenteranno una mozione in Campidoglio per chiederne la rimozione.