La supercazzola di Luigi Di Maio per confermare l’addio al vincolo dei due mandati | VIDEO

Con un filmato condiviso sui social, Luigi Di Maio conferma l’addio a una delle regole che ha da sempre distinto il Movimento 5 Stelle da tutti gli altri partiti: quella del secondo mandato. Secondo il regolamento, attivo fino a ieri, gli esponenti pentastellati non potevano partecipare a più di due consultazioni. Da oggi, ma solo a livello di consigliere comunale o di municipio, se non si viene confermati ed eletti alla seconda tornata elettorale, il primo mandato (di fatto) si annulla, diventando un mandato zero. Insomma, si azzera la propria partecipazione e si riparte dal via potendo continuare a fare politica.

«Abbiamo deciso di introdurre il cosiddetto mandato zero. Che cos’è il mandato zero? È un mandato, il primo, che non si conta nella regola dei due mandati, cioè un mandato che non vale – ha provato a spiegare Luigi Di Maio nel video condiviso sul Blog delle Stelle e sui canali social del Movimento – . Ora voglio essere molto chiaro: il mandato zero e l’eventuale introduzione del mandato zero, se vorrete votarlo come iscritti, varrà solo e soltanto per i consiglieri comunali e per i consiglieri di municipio». Il tutto sarà messo al voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, ma il recente passato indica che la linea della leader è quella che segue anche il web.

 

Di Maio lancia la regola del mandato zero

Se non fosse chiaro, ecco che Di Maio prova a spiegare un po’ meglio tutto ciò: «Come funziona il mandato zero? Se tu vieni eletto consigliere comunale o di municipio al primo mandato e lo porti avanti tutto e poi decidi di ricandidarti e non diventi né presidente di municipio né sindaco, allora il tuo secondo mandato, quello precedente, cioè il mandato zero, non vale». Come il Monopoli, insomma, con la carta «ripassa dal via» che annulla quanto fatto in passato.

La seconda (o terza) possibilità

Ma se ancora non fosse tutto chiarissimo, si prova a dare un’ulteriore spiegazione di questo mandato zero: «Il principio vero è che tante persone, giustamente, decidono di non ricandidarsi la seconda volta al Consiglio comunale come sindaco, perché pensano che magari avendo delle armate di sette, otto liste contro, avranno difficoltà a riuscire a diventare sindaci e quindi la loro esperienza che hanno maturato nel primo mandato vorrebbero portarla in Parlamento, in Consiglio regionale, e scelgono di non ricandidarsi. Ma ci sono alcuni coraggiosi che invece in questi anni ci hanno provato comunque, sempre e comunque, e queste persone come tutte quelle che verranno che si ricandideranno anche al secondo mandato e magari nel loro secondo mandato finiranno di nuovo in Consiglio comunale perché non ce l’hanno fatta a diventare sindaco, potranno ricandidarsi in altri livelli, in Regione o in Parlamento perché il mandato zero viene neutralizzato. Se invece ti ricandidi come sindaco e vieni rieletto sindaco, allora a quel punto quello e’ il tuo secondo mandato e lo fai da sindaco per cambiare la tua città in cinque anni anche grazie all’esperienza che hai maturato nel tuo primo mandato». Tutto chiaro, no?

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