Ora c’è un modo per lasciare le mance su Twitter

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Un cambiamento per quello che riguarda l'attività dei creators sul social network di Jack Dorsey

Dalla giornata di ieri, Twitter non si sta fermando e continua ad annunciare novità per quanto riguarda le sue attività sul social network. L’account ufficiale del prodotto di Jack Dorsey, oggi, ha comunicato che a breve sarà possibile lasciare delle mance su Twitter. È la terza grande innovazione che segue alla scelta di non croppare più, secondo un algoritmo che spesso creava effetti imprevisti e imprevedibili, le immagini che gli utenti caricano nella timeline, e alla possibilità di ripensarci prima di inviare un tweet se quest’ultimo contiene un linguaggio troppo spinto che l’algoritmo del social network individua come hate speech.



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Mance su Twitter, la novità

«Mostra il tuo amore, lascia una mancia – recita lo slogan scelto da Twitter -: stiamo testando Tip Jar, un nuovo modo per dare e ricevere denaro su Twitter. Maggiori informazioni tra breve». Tip Jar era una funzionalità che era già stata annunciata da tempo e che permetterà ai creator che usano Twitter di avere un’altra possibilità di entrata per valorizzare il proprio lavoro. Il sistema è quello delle mance, appunto: tra le varie opzioni del profilo, è stata aggiunta l’icona di una banconota da un dollaro che permetterà di attivare il servizio.



Ci sono diverse possibilità di pagamento e di collegamenti con piattaforme a pagamento, che puntano a rendere maggiormente inclusivo il servizio: Bandcamp, Cash App, Patreon, Paypal e Venmo sono a disposizione degli utenti che vogliono in questo modo premiare il loro account preferito. C’è da dire che la funzionalità è solo agli inizi: al momento, soltanto gli account in lingua inglese possono inviare mance ai loro account preferiti e, tra quelli che possono accettare denaro, è stato scelto solo un piccolo gruppo di creators, giornalisti, esperti in qualche campo o organizzazioni non profit.

Come funziona Tip Jar di Twitter

Inoltre, sarà possibile versare soldi soltanto recandosi sulla bacheca personale del creator scelto e non, direttamente, attraverso i suoi tweet che compaiono in timeline. Insomma, la diffusione su scala globale è appena agli inizi, ma è molto difficile che un processo così sponsorizzato, così descritto in anticipo e così lanciato pubblicamente possa fare un qualche tipo di marcia indietro.



Non si tratta di una vera e propria rivoluzione di un social sempre gratuito che, adesso, diventa a pagamento. Piuttosto, Twitter si inserisce in un solco che altre piattaforme hanno già battuto, con discreto successo. Certo, i contenuti che alcuni creators “regalano” alle piattaforme non potranno mai essere ricompensati da un giro modesto di mance. Una chance in più, dirà qualcuno. Ma che assomiglia, persino nel nome scelto, al caporalato.