Dopo i gilet gialli, ora il Movimento 5 Stelle corteggia Macron

C’eravamo tanto odiati. Eppure così, in un attimo, i vecchi rancori, i viaggi in automobile varcando il confine francese, gli insulti, gli scomodi incontro con chi stava mettendo a ferro e fuoco Parigi, sono stati messi da parte. Come mostrato dall’accordo con il PD, il Movimento 5 Stelle – dopo anni passati tra proclami populisti – è diventato un vero e proprio partito politico. Meno intransigenza e più patti, pur cadendo in contraddizioni. E adesso spunta fuori un altro tentativo di alleanza, questa volta a livello europeo: quella M5S-Macron.

Come riportato da Alberto D’Argenio su La Repubblica, sarebbe stata avviata una trattativa sottotraccia da Luigi Di Maio e il presidente francese per consentire ai pentastellati di accedere al gruppo dei liberali all’interno dell’Unione Europea. E il sapore ancora più ironico di tutta questa vicenda arriva quando si legge il nome di chi sarebbe la persona che sta facendo da tramite per questo corteggiamento: quel tanto discusso Sandro Gozi. Il corteggiamento M5S-Macron non sarebbe portato avanti da Luigi Di Maio in persona, ma dal vicepresidente del parlamento Europeo, il pentastellato Fabio Massimo Castaldo.

Il clamoroso asse M5S-Macron in Europa

Dopo aver incontrato Christophe Chalençon in Francia, uno dei più controversi leader (della frangia più violenta ed estrema) dei gilet gialli, il Movimento 5 Stelle aveva avviato nei mesi scorsi- quelli precedenti al voto per il rinnovamento del Parlamento Europeo – una campagna che aveva un grande nemico: proprio Emmanuel Macron. Illazioni, insulti e accese critiche che ora sembrano esser state messe da parte. Ma c’è un motivo.

La politica dei compromessi

I pentastellati, infatti, non hanno al loro fianco nessuno degli alleati che avevano incontrato sulla loro strada nel corso della campagna elettorale prima del 26 maggio scorso. Nessuno di loro, infatti, ha ottenuto i voti necessari per entrare in Parlamento. Dopo i risultati elettorali, il Movimento 5 Stelle è rimasto con il cerino in mano, senza trovare un porto di approdo e un gruppo parlamentare europeo a cui fare riferimento. E ora, dopo mesi di solitudine e tentativi vari (e falliti) si prova l’asse M5S-Macron. Perché la politica è fatta di compromessi.

(foto di copertina: Cosimo Martemucci/SOPA Images via ZUMA Wire + Julien Mattia/Le Pictorium Agency via ZUMA Press)

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