Il tesoriere del Pd e l’autogol elettorale: «Aumentiamo lo stipendio dei parlamentari»

Spesso e volentieri si è discusso del metodo populista con cui il Movimento 5 Stelle ha placato la fame della pancia del popolo attraverso micro-provvedimenti che hanno l’effetto placebo e non inficiano sulla tenuta economica dell’Italia, ma erano un simbolo apprezzato da molti cittadini. Parliamo del taglio allo stipendio dei parlamentari, una misura da sempre al centro dell’attenzione dei pentastellati che – insieme al reddito di cittadinanza – li ha sempre contraddistinti. Il Pd – o almeno uno di loro – sembra, invece, voler cavalcare l’altra onda, ribellandosi alle proteste del popolo contro la cosiddetta casta. Ed ecco che il nuovo tesoriere Luigi Zanda, poco prima della sua nomina, ha depositato un progetto di legge per aumentare gli stipendi dei Parlamentari.

Come racconta Il Fatto Quotidiano, senatore del Partito Democratico, ha consegnato questa sua proposta nello scorso mese di febbraio, un mese prima della sua nomina a tesoriere dei dem, fortemente voluto dal neo-segretario Nicola Zingaretti. Nel testo si parla di un’equiparazione tra gli stipendi di deputati e senatori del Parlamento italiano e quelli degli europarlamentari di Strasburgo. Un aumento che, a conti fatti, porterebbe nelle tasche degli inquilini di Montecitorio e Palazzo Madama tra i 16 e i 19mila euro al mese, contro i 14mila percepiti attualmente.

Il tesoriere Pd Luigi Zanda propone l’aumento dello stipendio dei parlamentari

Inoltre, Luigi Zanda è a favore della reintroduzione del finanziamento pubblico ai partiti, con un pacchetto di circa 90 milioni di euro da dividersi tra le varie fazioni di maggioranza e opposizione nel corso dei cinque anni di una legislatura. Il che significherebbe una cifra intorno ai 3/4 milioni di euro all’anno per ogni gruppo parlamentare. Cifre che sono basse rispetto a quanto ci ha insegnato la storia d’Italia, ma che fanno a cazzotti con la famosa ‘spending review’ che doveva partire proprio dalla classe politica per placare i cattivi umori delle gente.

Una mossa suicida e anti-elettorale del Partito Democratico

E invece il Pd sembra esser tornato a sottovalutare il Movimento 5 Stelle, lanciando un’idea completamente opposta a quella populista che ha consentito a Luigi Di Maio e alla sua squadra di diventare, il 4 marzo 2018, il partito più votato d’Italia. Ora il calo è netto e il Partito Democratico, stando ai sondaggi, è in rimonta (anzi, il M5S è in costante calo). Schierarsi, però, dalla parte di chi si oppone a fare gesti simbolici per esprimere vicinanza, sembra essere un mezzo suicidio.

(foto di copertina: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI)

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