Luigi Di Maio in polemica con la Lega: «Non perdano la testa, non siamo dei bambini e dobbiamo lavorare»

Nel solito post mattutino, Luigi Di Maio non nasconde una certa insofferenza ai toni utilizzati nelle ultime settimane nello scontro con il partner di governo Matteo Salvino. A partire dal caso Siri fino al salvataggio dei migranti, l’appello del leader del Movimento 5 Stelle è chiaro: «Basta lamentarci, sediamoci al tavolo e lavoriamo».

Luigi Di Maio in polemica con la Lega: «Non perdano la testa, non siamo dei bambini e dobbiamo lavorare»

«Ieri c’è stata la dimostrazione che quando il governo gioca da squadra segna il punto». Si apre con un messaggio positivo il messaggio di Luigi Di Maio su Facebook, in cui celebra il lavoro di squadra, aggiungendo poi «Senza urlare o sbraitare, senza minacce al mondo, in poche ore, grazie soprattutto al lavoro del presidente Conte, siamo riusciti a salvare la vita a quelle persone e a fare in modo però che ad occuparsene non fosse nuovamente l’Italia, ma l’Europa!». Il riferimento è al salvataggio dei 36 migranti soccorsi dalla nave Cigala Fulgosi della Marina Militare italiana, a cui Salvini aveva vietato di attraccare dicendo «io porti non ne do», chiusura poi smentita dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che in un’intervista a El Pais ha tra l’altro sottolineato, come fosse un memorandum ai suoi vice, che «alla guida ci sono io».

«La giornata di ieri mi auguro faccia riflettere qualcuno. Se quando nasce un problema il tuo primo primo pensiero non è risolverlo, ma finire sui giornali, allora c’è qualcosa che non va» ha continuato Di Maio. Un riferimento velato all’altro vicepremier forse, ma anche alla coalizione di governo poco coesa: «In un governo ci si siede al tavolo tutti insieme e si lavora. Per il Paese. Questo ci chiedono gli italiani!». 

«La lega non perda la testa su Siri, noi capiamo ma non giustifica certi atteggiamenti»

Di Maio poi parla apertamente della Lega, che si augura «non perda la testa». Il ministro del lavoro e delle politiche sociali dice di comprendere la difficoltà dei leghisti «di ritrovarsi, dopo nemmeno 10 mesi di legislatura, un proprio sottosegretario indagato per corruzione in un’inchiesta dove c’è anche la mafia» ma non può essere un alibi né giustificare «certi atteggiamenti. Non siamo dei bambini, siamo dei ministri e veniamo pagati per costruire un futuro al Paese, non per lamentarci». 

Dopo un inizio un po’ bastone e carote, Luigi Di Maio conclude il suo post su Facebook rassicurando che, nonostante le tante «provocazioni subite» negli ultimi giorni, il Movimento «resta disponibile ad andare avanti per altri 4 anni. Con senso di responsabilità e consapevolezza». Niente crisi di governo insomma, si litiga ci si punta il dito contro ma alla fine, si va avanti. «Meno slogan, più concretezza. E l’Italia ce la fa!» conclude il vicepremier pentastellato.

 

(Credits immagine di copertina:  ANSA/GIUSEPPE LAMI)

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