«M5S è l’Easyjet della politica italiana. Se vince il No finiscono i governi non eletti»

17/11/2016 di Andrea Mollica

Luigi Di Maio al quotidiano francese Le Monde ha definito il M5S come l’Easyjet della politica italiana, visto che è un movimento senza strutture fisiche capace di far politica grazie al supporto di internet. Il vicepresidente della Camera ha ribadito la sua ferma contrarietà al referendum costituzionale, esprimendo convinzione che i 5 Stelle possano arrivare al 40% alle prossime elezioni così da governare da soli.

M5S EASYJET DELLA POLITICA ITALIANA

Luigi Di Maio è in Francia da oggi e domani, per incontrare gli italiani residenti all’Estero in vista del referendum costituzionale. Il leader pentastellato ha dialogato con uno dei più importanti quotidiani transalpini, il progressista Le Monde, in cui ha descritto così il suo movimento.

Siamo la prima forza politica italiana, lottiamo contro la corruzione, la povertà e il costo eccessivo della politica. Non abbiamo atteso alcuna legge per diminuire i salari dei nostri eletti, rinunciare all’immunità parlamentare e introdurre severi regolamenti sulla corruzione. L’altro aspetto unico del M5S è internet. Non abbiamo alcuna sede, né struttura fisiche. Questo ci permette campagne elettorali a basso costo, spendendo 300 mila euro nel 2013 dopo aver ricevuto donazioni per 700 mila. Per certi versi siamo l’Easyjet della politica.

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IL NO DI LUIGI DI MAIO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE

Di Maio sostiene il No al prossimo referendum per diversi motivi. Sul merito il vicepresidente della Camera rimarca come la riforma costituzionale tolga il diritto di voto ai cittadini per l’elezione del Senato, portando nella seconda camera della Repubblica , il peggio della classe politica italiana, quella che ha privatizzato l’acqua e distrutto sanità e trasporti. Di Maio sottolinea come il referendum costituzionale sia un tema disconnesso dalla vita dei cittadini.

Ci sono 10 milioni di persone sotto la soglia di povertà, 11 milioni che non si possono curare, 280 imprese che chiudono ogni giorno.

Sul piano politico Di Maio rimarca come

Se il Sì vince gli elettori daranno ancora più potere a chi lo tiene da 15 anni, ci sarà il rischio di non potersi più sbarazzare di loro. Se vince il No, penso che Renzi si dimetterà. Diremo a Mattarella che vogliamo nuove elezioni. Così finirà il ciclo dei governi non eletti, che dura dal 2011.

IL M5S PER IL PROPORZIONALE E GOVERNARE DA SOLO

Luigi Di Maio spiega a Le Monde le riforme istituzionali del M5S. Senato elettivo, ma senza rapporto fiduciario col governo, cancellazione del vincolo di mandato, per combattere il trasformismo, e dell’immunità parlamentare, e una legge elettorale proporzionale capace di far governare in modo autonomo un partito che prende il 40%. Cioè uno dei capisaldi dell’Italicum.

Siamo una repubblica parlamentare, e servono gli strumenti della rappresentanza parlamentare, quindi una base proporzionale, con una correzione maggioritaria che non sia troppo importante. Sono persuaso che alle prossime legislative arriveremo al 40%, questo ci dovrebbe bastare per garantirci la maggioranza (con la legge elettorale del M5S, ndA).

Dopo aver ribadito che il programma del M5S non sia di destra o di sinistra, ribadendone i capisaldi nell’introduzione del reddito di cittadinanza e nell’abbassamento delle tasse alle Pmi, Di Maio commenta in modo laconico i risultati delle presidenziali americane, senza esprimere una preferenza.

Se dopo otto anni di Obama gli americani hanno votato Trump, significa che qualche cosa è andato storto.

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