Luciano Moggi a Non è L’Arena sostiene che quando c’era lui il calcio era più pulito
12/02/2018 di Redazione
Luciano Moggi è tornato su una TV nazionale, La7, per commentare un approfondimento de Non è L’Arena in merito a una inchiesta che svela comportamenti molto opachi dei procuratori sportivi. Nel servizio realizzato dal giornalista Luca Sgarbi intitolato «Calcio marcio» Filippo Cunsolo, un giocatore di serie C, rivela di essere stato avvicinato da procuratori che gli intimivano di pagarli per garantire il posto in squadra, e così poter sperare di avere una carriera nel mondo del pallone.
Luciano Moggi a Non è L’Arena sostiene che quando c’era lui il calcio era più pulito
Dopo il servizio «Calcio marcio» Massimo Giletti ha ospitato un dibattito sulle rivelazioni di questa inchiesta de Non è L’Arena con Luciano Moggi, Damiano Tommasi, presidente dell’Associazione calciatori che si è candidato alla guida della Federcalcio italiana, e il giornalista Massimo Caputi. Il profilo Twitter de Non è L’Arena ha sintetizzato una curiosa affermazione di Moggi, che ha spiegato come «prima del 2006 il problema non esisteva. C’erano tutte persone per bene».
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Si tratta di una affermazione curiosa, visto che l’ex direttore generale della Juventus è stato sì assolto dai reati di associazione a delinquere e frode sportiva che gli erano stati contestati nello scandalo Calciopoli, ma solo per l’avvenuta prescrizione. Nella sentenza della Corte di Cassazione Luciano Moggi era ritenuto responsabile di aver commesso i reati che l’avevano portato a esser condannato sia in primo che in secondo grado, insieme all’altro dirigente della Juve Antonio Giraudo, anch’egli prescritto.
L’intervista a Moggi di Massimo Giletti è stata severamente criticata sui social media, visto che un dirigente sportivo che è stato al centro di uno dei più grandi scandali della Serie A non era per molti utenti la personalità più adatta per discutere di «Calcio marcio».