Azzolina si difende dagli attacchi di Salvini dicendo che non ha mai studiato in vita sua

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La replica del ministro dell'Istruzione

Nella giornata di ieri, sono andate avanti per un bel pezzo le polemiche sulla tesi finale del percorso di tirocinio (o, meglio, della SSIS la scuola di specializzazione che, qualche anno fa, permetteva di considerarsi abilitati all’insegnamento) del ministro Lucia Azzolina. Secondo il linguista e critico letterario Massimo Arcangeli, infatti, l’elaborato finale sarebbe stato copiato per ampi stralci e, nelle sezioni in cui le somiglianze con altri testi erano evidenti, non sarebbero state riportate le fonti in bibliografia.



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Lucia Azzolina, la tesi Ssis e l’attacco di Salvini

Un passaggio che ha colpito molto l’opinione pubblica, che ha chiesto le dimissioni della neo-ministra. Anche Matteo Salvini ha fatto sentire la propria voce, sostenendo che la Azzolina avrebbe dovuto dimettersi e vergognarsi per quello che ha fatto. Una critica che la ministra ha ritenuto inaccettabile.



La difesa della Azzolina riguarda soprattutto il fatto che l’elaborato finale fosse la conclusione di un percorso di formazione diverso da lauree e dottorati. La scuola di abilitazione, un sistema molto discusso per plasmare nuovi insegnanti, è sempre stato considerato un correttivo al precariato più che una scuola di specializzazione vera e propria. Fatto sta che qualsiasi percorso formativo andrebbe preso sul serio e che esempi del genere, da un ministro dell’Istruzione, proprio non ce li si aspetta.

Perché non basta rispondere a Salvini: ‘Non hai mai studiato’

Detto questo Lucia Azzolina ha contrattaccato rispetto alle parole di Salvini, che devono essere quelle che l’hanno ferita di più: «Non sa distinguere una tesi di laurea da una tesi di fine tirocinio Ssis: non ha mai studiato in vita sua». La sua affermazione, sebbene prenda le distanze da un attacco che – visti i precedenti – risulta essere strumentale, non entra nel merito della questione. Il documento presentato resta un documento ufficiale, sebbene giunto alla fine di un percorso dove non è certo l’elaborato finale a essere decisivo per l’abilitazione all’insegnamento. Non per questo, tuttavia, si può pensare di essere immuni da critiche e di sottrarsi alle proprie eventuali responsabilità.