Maroni ‘scalza’ Salvini: «Vedrei bene Zaia alla guida del centrodestra, ma anche come futuro premier»

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L'ex ministro ed ex segretario della Lega parla del futuro del centrodestra e dell'Italia

Un Capitano senza squadra. O, almeno, delegittimato dei suoi gradi. Nell’intervista rilasciata da Roberto Maroni al quotidiano La Repubblica, l’ex segretario della Lega sembra avere idee molto chiare su quel che dovrebbe accadere in Italia per la ripartenza, ma anche per il futuro del suo partito. Ha fatto il nome di Luca Zaia come figura da cui dovrebbe ripartire il centrodestra e, magari, anche nel ruolo di presidente del Consiglio. I dati sul gradimento del governatore della Regione Veneto, infatti, sono in ascesa rispetto a quelli dell’attuale segretario.



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Non si tratta di una vera e propria bocciatura del senatore e leader in pectore del Carroccio. Ma le dichiarazioni di Roberto Maroni hanno parlato apertamente di due anime all’interno della Lega, fin dai tempi di Umberto Bossi: «Luca Zaia non ha alcuna intenzione di fare il capo della Lega. Sa governare e adattarsi alla linea del partito, leale e fedele. Sarà rieletto in Veneto ed è l’unica cosa che gli interessi. Poi, certo, lo vedrei bene alla guida del Paese fuori dalla pandemia. Salvini premier mi sta bene. Luca sarebbe ugualmente in grado di guidare una coalizione e un governo senza conflitti».



Luca Zaia, secondo Maroni deve esser lui il prossimo premier

Maroni sostiene che Giuseppe Conte debba fare un passo indietro, non per incapacità ma perché servirebbe un governo di «umiltà nazionale». Di questo esecutivo, secondo lui, dovrebbe fa parte anche Matteo Salvini, ma non nel ruolo di presidente del Consiglio: «Salvini dovrebbe non solo sostenerlo, ma farne parte, accettando le deleghe alle imprese: il nostro mondo produttivo di riferimento». Detto che Luca Zaia, secondo l’ex ministro, non accetterebbe mai il ruolo di leader, il nome fatto di Maroni è il sempreverde Mario Draghi.

Su Salvini

Ma su Matteo Salvini, Roberto Maroni continua a esprimere perplessità per la sua concezione di guida della Lega: «Salvini è stratega, ma questo gioco di squadra sinceramente non l’ho visto. Detto questo, puoi aver commesso errori come tutti, passando dal 34 al 26 per cento, ma se resti comunque primo partito, mi sembra un happy problem. In lui riconosco leadership e capacità straordinarie».



(foto di copertina: da Omnibus La7)