La storia di Luca Parmitano che sapeva del Coronavirus fin da novembre (smentita dallo stesso astronauta)

Categorie: Social Network

A commettere l'errore era stato lui stesso, ma poi ha spiegato la genesi di quella gaffe

Questa volta non si può parlare di una bufala, ma la prima versione raccontata da Luca Parmitano ha messo in movimento i pruriti dei complottisti. Ora, però, è stato lo stesso astronauta italiano dell’Esa a spiegare i motivi dietro a quel suo errore nel calendario. Il 43enne di Paternò era in missione all’interno della Stazione Spaziale Internazionale quando nel mondo è scoppiata la pandemia da Coronavirus. In una recente intervista, però, aveva detto di essere a conoscenza del Covid fin dal mese di novembre. Una data che anticipa, di gran lunga, tutte le informazioni ufficiale arrivate sul virus.



LEGGI ANCHE > Luca Parmitano racconta Beyond: «I sogni superano la realtà. Coronavirus? Preoccupato, ma fiducioso»

Ora, però lo stesso Luca Parmitano – attraverso un post pubblicato sui propri canali social – ha ricostruito la vicenda spiegando di aver sbagliato a calendarizzare le date in cui – mentre era in missione con i suoi colleghi astronauti dell’Esa – era venuto a conoscenza della Pandemia.



Luca Parmitano e il Coronavirus a novembre

«Errare è umano, e mi spiace molto vedere che in questo caso il mio lapsus sia stato strumentalizzato. L’errore è dovuto a vari fattori, e qui di seguito ne riporto alcuni». L’astronauta, dunque, chiede scusa per quella sua dichiarazione che, poi, è stata prontamente strumentalizzata. Ed ecco i motivi che lo hanno spinto a commettere quello che Luca Parmitano stesso definisce un lapsus. 



1) a bordo della ISS non utilizziamo il calendario, ma il Coordinated Universal Time (UTC). L’anno inizia con il giorno 1 e finisce con il giorno 365, e gli eventi vengono eseguiti in base a questa pianificazione. Di conseguenza è possibile confondere un mese con un altro poichè non vi facciamo mai riferimento, ma utilizziamo il giorno UTC;
2) ricordo che, intorno alla fine della missione, parlavamo con l’equipaggio di varie crisi in corso sulla Terra. Nel ripensare agli eventi intorno a quel periodo, ho fatto confusione tra le diverse conversazioni, e nel ricordare gli eventi ho collegato le prime notizie di contagio a un contesto temporale precedente. A bordo, abbiamo appreso del contagio insieme al resto del mondo, quando le agenzie giornalistiche e le grandi testate televisive hanno iniziato a parlarne;
3) tutto questo è facilmente verificabile: le comunicazioni Terra – bordo – Terra sono soggette al Freedom Of Information Act, una legge che impone totale trasparenza e che tutte le comunicazioni siano registrate. Non è possibile ricevere informazioni riservate.

Fine della storia

Luca Parmitano chiede scusa e si assume le responsabilità. Ma nel farlo ricorda come il fatto che nessuno fosse a conoscenza del virus a novembre è testimoniato dalle due procedure di rientro differenti delle missioni 61 e 62: nella prima non fu seguito alcun protocollo (essendo ignari di un’emergenza sanitaria), nel secondo gli astronauti furono isolati in quarantena.

(foto di copertina: da Che Fuori Tempo Che Fa, Rai 3)