L’Europa del futuro senza le città italiane?

20/03/2014 di Dario Ferri

In uno studio condotto da una pubblicazione del Financial Times sulle città e le regioni europee più promettenti per gli investimenti nei prossimi anni l’Italia manca completamente dalla graduatoria dei primi 10. Né le nostre metropoli come Roma o Milano così come la Lombardia o altre regioni del nostro paese sono presenti nei posti più alti della classifica che indica i territori europei con le maggiori prospettive future dal punto di vista dello sviluppo economico.

General Views Of The London Skyline

ITALIA ASSENTE – Foreing Direct Investment Magazine, una pubblicazione del gruppo editoriale del Financial Times, ha compilato uno studio sulle aree europee con le maggiori potenzialità di attirate investimenti nei prossimi anni. La valutazione di fDi magazine prende in considerazione sopratutto il potenziale economico delle città o delle regioni considerate, così come la loro dotazione infrastrutturale, la facilità di condurre affari. lo stato attuale degli investimenti e il capitale umano presente nel luogo. Il risultato è sconsolante per il nostro paese, perché nei primi dieci posti l’Italia è assente, nonostante il fatto che la Lombardia, ad esempio, sia ancora considerata uno dei quattro motori economici europei, insieme al Baden-Wuerttemberg, il Bundesland dove si trova Stoccarda, il Rodano-Alpi, la regione francese di Lione e la Catalogna. Milano come Roma sono assenti dalle prime posizioni, così come la più importante regione del nostro paese, dove vivono circa 10 milioni di persone, la quinta area europea per popolazione.

PRIMA LONDRA – Nella graduatoria sulle città europee dalle maggiori prospettive economiche per i prossimi anni il primo posto è occupato da Londra. La capitale britannica è la prima per potenziale economico, e la terza per la dotazione infrastrutturale secondo i criteri di Foreing Direct Investment Magazine. Se il primo posto di Londra potrebbe sembrare quasi scontato, il terzo posto di Eindhoven è invece piuttosto sorprendente. La città olandese, sede della Philips, è arrivata così in alto perché può contare sulla migliore dotazione infrastrutturale in Europa. Al secondo posto c’è invece Helsinki, mentre al quarto Dublino. A seguire si trovano città tedesche, inglesi e olandesi, come Monaco. Berlino, Amsterdam e Reading, intervallate dalla spagnola Barcellona.

LEGGI ANCHE: Chi guadagna con la crisi dell’euro

REGIONI AL TOP – Il predominio dell’Europa del Nord si riscontra anche per quanto riguarda la graduatoria delle prime dieci regioni, o aree metropolitane, con le maggiori prospettive di sviluppo economico. In testa c’è il Nrw, il più popoloso Bundesland della Germania, circa 18 milioni di persone che vivono tra il Reno e la Ruhr, nella megalopoli infinita che unisce Dortmund, Essen, Leverkusen, Bochu, Duisburg a Colonia. Al secondo posto lo studio di fDi magazine indica la Scozia, che fino ad un paio di decenni fa era un’area economicamente depressa; a seguire ci sono le conurbazioni urbane delle metropoli scandinave quali Copenaghen e Stoccolma, seguite poi dall’area metropolitana di Parigi. Nei posti successivi ritorna il primato dei Paesi Bassi, con ben tre regioni quali Amsterdam, Utrecht e il Brabante. Tra le aree olandesi ci sono Zurigo e Bristol-Bath, altra zona che in epoca Thatcher era nota per le sue difficoltà economiche. Le dieci aree con le maggiori prospettive di futuro non collimano con l’attuale graduatoria compilata dalla pubblicazione del Financial Times, a parte i primi due posti, dove ci sono sempre Nordreno-Vestfalia e Scozia. La Lombardia si inserisce al quinto posto in questa graduatoria, che però tiene in considerazione il presente, e non le prospettive future, che relegano più in basso la più importante regione ed area economica del nostro paese. Una valutazione che pare tener conto delle attuali difficoltà dell’Europa del Sud, visto che nelle classifiche di Foreing Direct Investment Magazine l’area meridionale dell’unione monetaria è praticamente assente, mentre domina su tutta la linea il fronte del Nord.

Share this article