L’intercettazione di Mauro Floriani che contatta la baby squillo dei Parioli

Incastrato dalle intercettazioni, iscritto tra i 20 indagati dalla Procura di Roma come presunto cliente. «A che ora ci vediamo domani?», chiedeva Mauro Floriani, marito della senatrice Alessandra Mussolini, a una delle due ragazzine romane che si prostituivano nell’appartamento dei Parioli. Una frase allegata ad una delle ordinanze di custodia cautelare per Mirko Ieni, già ai domiciliari per sfruttamento della prostituzione, cessione di stupefacenti e interferenza illecita nella vita privata per la questione dei rapporti sessuali filmati. Come ha spiegato il Corriere della Sera, foto e video registrati dallo sfruttatore venivano poi utilizzati per ricattare i clienti.

Baby squillo Parioli Mauro Floriani Mussolini
Mauro Floriani, marito di Alessandra Mussolini. L’uomo è indagato nell’inchiesta sulle baby squillo dei Parioli

BABY SQUILLO Ai PARIOLI: L’INTERCETTAZIONE SU MAURO FLORIANI – Tra i clienti intercettati dagli inquirenti, mentre questi cercavano di ricostruire gli spostamenti delle due ragazzine, c’è anche un funzionario di Bankitalia che aveva chiamato direttamente dal proprio ufficio. Floriani si era invece accordato dal cellulare. La frase contestata, estrapolata dalla conversazione telefonica, per i pm è la prova che l’uomo fosse un cliente abituale di una delle due minorenni. Se in alcune conversazioni intercettate in più occasioni l’ex finanziere prende appuntamento con la ragazzina, accordandosi su orari e luoghi degli incontri, in altre parlerebbe anche con gli sfruttatori delle ragazzine. Elementi che la Procura romana considera “incontrovertibili” a carico del marito di Alessandra Mussolini, ora dirigente di Trenitalia. Accusato di prostituzione minorile e iscritto nel registro tra i 20 indagati. Tra gli atti dell’indagine ci sono quindi intercettazioni telefoniche, ricognizioni fotografiche e tabulati.

 L’INCHIESTA  – A far scattare l’inchiesta era stata la denuncia ai carabinieri di una delle madri delle due ragazze, che aveva consegnato una copia dei messaggi scambiati attraverso l’applicazione WhatsApp dalla figlia con gli sfruttatori e i clienti. Decine di conversazioni che mostravano anche le persone contattate. Da allora il procuratore aggiunto che segue l’inchiesta, Maria Monteleone, e il sostituto Cristina Macchiusi avevano deciso di mettere sotto controllo il cellulare della ragazzina con l’obiettivo di trovare altre prove. Come spiega Fiorenza Sarzanini sul Corriere, sono molti a chiamare per organizzare incontri con le due giovanissime. Gli incassi? Anche 200 euro ad appuntamento: una somma che le due dovevano spesso dividere con Mirko Ieni e con gli altri sfruttatori. In altre occasioni, invece, le due giovani si sono accordate in modo autonomo, così come nel caso di Mauro Floriani. Si legge sul Corsera:

«Agli atti c’è la registrazione della sua voce mentre parla con la ragazza. Le verifiche degli investigatori sui tabulati accreditano l’ipotesi che possa aver avuto svariati incontri, almeno cinque. Il contatto risulta diretto, non mediato dagli sfruttatori. E questo sembra dimostrare che l’adescamento sia avvenuto attraverso il sito «bakecaincontri» dove la ragazza aveva “postato” un annuncio»

Secondo l’accusa, tutti i clienti erano consapevoli della minore età delle ragazzine.

Baby squillo Parioli

I FILMATI DI MIRKO IENI – Ieni non sfruttava soltanto le due giovani minorenni, ma anche altre ragazze, comprese due 19enni. Ma non solo: il «protettore» filmava i loro incontri per poter poi ricattare i clienti. Nel computer sequestrato a Ieni gli inquirenti avevano poi ritrovato tra i file cancellati un filmino di poco più di 7 minuti dove era stata ripresa una prestazione sessuale. Per il giudice, «verosimilmente le persone ritratte nel video non erano al corrente del fatto che erano state riprese», come si legge dagli atti del verbale. Anche la ragazzina si è difesa spiegando di non sapere di essere filmata. Su Mirko Ieni ha spiegato come lo sfruttatore le accompagnasse nei luoghi degli incontri, stabilisse le tariffe delle prestazioni e mettesse a disposizioni l’appartamento. Si prendeva poi una percentuale molto alta, secondo una delle due giovani interrogate. «Aggiungeva che Mirko aveva delle foto nude di un’altra giovane e che le aveva “postate” da qualche parte ma non sapeva dire dove», si legge ancora negli atti. Insieme a Floriani e al funzionario di Bankitalia, ci sono poi tra i presunti clienti ora indagati anche altri professionisti, imprenditori, impiegati. Alcuni di questi potrebbero essere stati fotografati dallo stesso Ieni, come ha svelato al giudice una delle due giovani ragazze.  «Ho fatto alcune foto, in una avevo un costume rosso, in un’altra ero a seno nudo», viene riportato nel Corriere. Era stato girato anche un filmato «porno, con le maschere però, che non si vedeva il viso». Non tutte le immagini e il filmati sono stati già recuperati.

Share this article