Gruber chiede ai politici di non querelare i giornalisti bravi

Categorie: Mass Media

A Otto e Mezzo si è verificato un incidente diplomatico: Patuanelli, che era stato indicato come uno dei possibili votanti di La Russa fuori dalla maggioranza, aveva annunciato querele contro la Guerzoni, presente in studio

Lo sport preferito dei giornalisti, nel pomeriggio di ieri, è stato quello di individuare quei circa 20 nominativi – fuori dalla maggioranza di governo – che hanno espresso la loro preferenza per Ignazio La Russa, eletto presidente del Senato senza i voti dei parlamentari di Forza Italia. Un soccorso alla maggioranza inaspettato, che ha sconvolto il quadro politico che si era venuto a determinare dopo le elezioni del 25 settembre. La domanda è stata: chi ha votato per La Russa dagli scranni del centrosinistra. Nel corso di Otto e Mezzo, la giornalista Monica Guerzoni ha elencato una serie di sospettati, inserendo tra questi anche il parlamentare del Movimento 5 Stelle Stefano Patuanelli. Quest’ultimo, però, ha immediatamente ribattuto e in un tweet ha dichiarato: «Monica Guerzoni ha appena detto in diretta che oggi ho sicuramente votato La Russa. Sarà mia cura querelarla domani». Dopo queste parole, Lilli Gruber è intervenuta – contestualmente – per difendere la stessa giornalista.



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Lilli Gruber e Monica Guerzoni sulla querela di Patuanelli

«Volevo dire all’onorevole Patuanelli – ha detto la Gruber – che lo abbiamo ripetuto che questo è lo spinning che si fa in questi casi. Non quereliamo i giornalisti bravi». Una situazione che anche gli ospiti in studio hanno provato a far rientrare: la stessa Monica Guerzoni si è scusata per aver citato soltanto il nome di Patuanelli inserito in una lista in cui erano presenti anche altri nomi. E la stessa giornalista ha poi specificato che di liste con i nomi dei possibili voti esterni a La Russa ne sono circolate tante. Insomma, querele e difese in diretta. Su un tema – quello dello spettro della denuncia per ogni dichiarazione giornalistica – che viene agitato continuamente. Al di là che i giornalisti siano bravi o meno.