Liliana Segre sulla morte di Willy: «Significa che tutto quello che ho provato a fare è servito a poco»

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Oggi, la senatrice a vita compie 90 anni

Liliana Segre oggi compie 90 anni. Ma l’evento è stato reso più amaro perché in concomitanza con l’episodio di cronaca che sta tenendo banco nelle ultime ore su tutti i principali quotidiani e strumenti di informazione italiani, ovvero la morte di Willy Monteiro Duarte. Per questo Liliana Segre su Willy ritiene di fare un passaggio fondamentale della sua intervista rilasciata a La Stampa in occasione del suo 90° anniversario. Ed è un passaggio tutt’altro che sereno, quasi una ammissione di colpa e di responsabilità.



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Liliana Segre su Willy e la sua responsabilità per la morte del ragazzo

«Il pestaggio di quel ragazzino non solo mi ha colpito, ma mi ha suscitato tormenti e ricordi terribili – ha detto Liliana Segre -. L’ho trovata una barbarie assoluta, mi ha fatto molta paura. È stata come una sconfitta personale, mi ha fatto pensare che tutto ciò che ho provato a fare contro la violenza e l’odio, alla fine è servito a poco».



Un’analisi autocritica, ma sin troppo ingenerosa con se stessa. La senatrice a vita, che è la prima firmataria della mozione che ha istituito una commissione parlamentare contro l’odio, ha quasi considerato un suo fallimento la sua azione politica e culturale nei confronti degli haters. E quando l’odio arriva anche a uccidere non si può restare indifferenti.

Liliana Segre su Willy si assume la colpa, ma siamo noi negligenti

Tuttavia, il problema non è che una senatrice di 90 anni non abbia fatto abbastanza. Il problema è intrinseco in chi, insensibile a qualsiasi tipo di appello, continua a vivere come se l’attenzione verso l’altro non fosse un valore. Le parole di Liliana Segre denotano ancora una volta la sua umiltà e il senso di responsabilità con cui vive il ruolo istituzionale. Ma siamo noi cittadini i veri sconfitti.