Una questione piuttosto complessa che affonda le sue radici in un dibattito all’interno di una commissione consiliare a Ferrara, il 7 ottobre scorso. A farla emergere è il portale di news locali Estense, che ha riportato il documento prodotto da un consigliere comunale della Lega (il partito è in maggioranza nella città dell’Emilia-Romagna) in cui si chiederebbe all’Ufficio Scolastico Territoriale di Ferrara un accesso agli atti per visionare gli elenchi di tutti i libri di testo che sono stati utilizzati negli istituti di ogni ordine e grado della città.
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Il documento riportato da Estense, tuttavia, non è mai stato protocollato. Nella richiesta – con tanto di simbolo del comune di Ferrara e della Lega – si sottolineava come lo scopo dell’accesso agli atti fosse la «conoscenza dei metodi, qualità e tipologia dell’insegnamento dell’educazione fornita alle giovani generazioni».
Il documento pubblicato dal portale Estense era già stato commentato dal consigliere comunale della Lega che stava per inoltrare la richiesta, che – tuttavia – ha minimizzato il tenore della stessa. Tuttavia, l’episodio sta per finire in parlamento, dopo che Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha concentrato la sua attenzione su quanto accaduto: «Non solo quali libri in biblioteca, i consiglieri comunali della Lega a Ferrara vogliono pure elenco libri scuola – ha scritto Fratoianni su Twitter –. Vicenda allucinante, presenterò un’ interrogazione parlamentare».
Il deputato di Sinistra Italiana ha anche usato l’hashtag #Minculpop, facendo riferimento all’istituzione che regolava la cultura e l’istruzione ai tempi del regime fascista. Sulla questione è opportuno un chiarimento perché non si capirebbe, altrimenti, in che modo i consiglieri comunali possano in qualche modo avere voce in capitolo in merito ai libri di testo scelti dai singoli docenti all’interno delle varie istituzioni scolastiche.