La fantasiosa ricostruzione di Libero sul caso Lombardia

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Il quotidiano di Senaldi non cita le carte ufficiali e dà il merito del ritorno in zona arancione a Fontana

Essere Libero, senza evidenti meriti giornalistici. Il quotidiano fondato da Vittorio Feltri e diretto da Pietro Senaldi riesce nell’impresa di essere tanto prevedibile quanto paradossale. In prima pagina (e a pagina 4) dell’edizione in edicola oggi, sabato 23 gennaio, viene pubblicato un articolo a firma Fabio Ruffini (con annesso carico da 31 di Azzurra Barbuto) in cui si celebra la vittoria di Attilio Fontana sulla Regione che da domani tornerà a essere zona arancione. Ma Libero su Rt Lombardia non cita i documenti ufficiali da cui emergono le colpe dei tecnici lombardi nell’invio di dati sbagliati all’Istituto Superiore di Sanità (e, di conseguenza, al Ministero della Salute).



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Fantasia al potere, anche di fronte a documenti ufficiali. Questa mattina abbiamo parlato del documento dell’ISS pubblicato in esclusiva da TPI in cui veniva mostrata la rettifica inviata in data 20 gennaio dagli uffici tecnici del Pirellone. Nei dati inviati il 13 gennaio erano stati conteggiati in modo sbagliato gli asintomatici (uno dei parametri su cui, poi, si basa la classificazione di una Regione in base all’indice di rischio). Poi, solo il 20 gennaio (quindi dopo il ricorso presentato al Tar da parte dell’amministrazione lombarda), quegli stessi tecnici (da cui dipende il calcolo e la comunicazione dei dati) hanno inviato all’Istituto Superiore di Sanità la rettifica con i numeri aggiornati.



Libero su RT Lombardia celebra il successo (?) di Attilio Fontana

Oltre al documento dell’ISS, Il Corriere delle Sera ha citato anche un verbale riservato del Comitato Tecnico-Scientifico in cuio, di fatto, si parla delle stesse identiche cose: la Lombardia, il 13 gennaio, ha inviato dei dati che hanno fatto scattare la zona rossa (iniziata domenica 17 gennaio). Poi, solo mercoledì, i tecnici lombardi hanno inviato la rettifica con i dati aggiornati che, ora, porteranno alla nuova classificazione – in base all’indice di rischio – in zona arancione.

Eppure si nega la realtà

Nonostante tutto ciò, nonostante i documenti ufficiali e nonostante le evidenze, Libero prende per oro colato solamente la versione (già smentita dai verbali) fornita da Attilio Fontana ed esce in edicola con questo titolo.



Insomma, il coraggio non gli manca. La realtà, invece, sembra essere un po’ meno nota.