La lettera del maestro Riccardo Muti a Giuseppe Conte sulla chiusura dei teatri

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L'appello del direttore d'orchestra dopo le ultime limitazioni inserite nel dpcm

Una lettera aperta, dai toni pacati ma molto forti. Così Riccardo Muti ha deciso di scrivere, attraverso una missiva pubblicata oggi su Il Corriere della Sera, al Presidente del Consiglio dopo la decisione di chiudere teatri e sale da concerto. Un provvedimento inserito tra le tante restrizioni inserite all’interno dell’ultimo dpcm e che ha provocato molte proteste. Questo il contenuto della lettera di Muti a Conte.



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All’inizio della lettera di Muti a Conte, il direttore d’orchestra sottolinea come queste sue parole non siano un attacco personale al Presidente del Consiglio, a cui riconosce il difficile impegno nella gestione di questa emergenza sanitaria che incombe – da mesi – sul nostro Paese. Ma proprio da questo nasce l’appello:



Chiudere le sale da concerto e i teatri è decisione grave. L’impoverimento della mente e dello spirito è pericoloso e nuoce anche alla salute del corpo. Definire, come ho ascoltato da alcuni rappresentanti del governo, come «superflua» l’attività teatrale e musicale è espressione di ignoranza, incultura e mancanza di sensibilità.

Lettera di Muti a Conte dopo la chiusura dei teatri e delle sale da concerto

Il direttore d’orchestra sottolinea come chi gestisce i teatri abbia fatto grandi sforzi durante la prima chiusura e dopo la riapertura dei mesi scorsi. Sforzi economici per attuare tutte le linee guida dei protocolli e anche organizzativi, con la nuova gestione dei biglietti e i posti a sedere (mai ravvicinati, con tutte le procedure igieniche rispettate).



Tale decisione non tiene in considerazione i sacrifici, le sofferenze e le responsabilità di fronte alla società civile di migliaia di Artisti e Lavoratori di tutti i vari settori dello spettacolo, che certamente oggi si sentono offesi nella loro dignità professionale e pieni di apprensione per il futuro della loro vita.

Infine l’invito affinché il Presidente del Consiglio raccolga questo appello.

(foto di copertina: da Tg5)