Cos’è Lensa AI. Noi l’abbiamo testato

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Abbiamo provato a metterci la faccia (e ci abbiamo rimesso anche i soldi). I 7 euro peggio spesi del mese di dicembre

Non è tutto oro quello che Lensa. Negli ultimi mesi, soprattutto negli Stati Uniti – ma la sua diffusione sta diventando piuttosto rapida anche in Italia – le timeline di diversi social network (soprattutto Instagram e TikTok) si stanno popolando di avatar realizzati grazie all’intelligenza artificiale che, in poco tempo, vengono creati sulla base di immagini offerte al sistema direttamente dall’utente e che prendono spunto da tratti artistici che, molto spesso, vengono acquisiti dalla rete senza consenso. L’app Lensa AI è di proprietà di Prisma Labs, fondata nel 2016. L’app Prisma è diventata rapidamente una delle più scaricate al mondo e ha vinto il premio “app dell’anno” sia da Apple Store che da Google Play. Lensa, invece, è stata lanciata alla fine del 2018 e ora ha milioni di utenti in tutto il mondo. Nell’ultimo periodo, la diffusione dei prodotti di Lensa è diventata copiosa. Non c’è influencer che non stia iniziando a scoprine gli effetti, non c’è utente che non stia mandando i risultati della scansione dell’intelligenza artificiale ai propri contatti su WhatsApp. Cerchiamo dunque di capire Lensa AI come funziona e quali sono i suoi evidenti punti critici.



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Lensa AI come funziona e quali sono le sue caratteristiche

Lensa AI riproduce pacchetti di immagini avatar sulla base di selfie che gli utenti si sono scattati in precedenza e che sono stati caricati direttamente da loro sulla piattaforma. Prima di arrivare a questo punto, tuttavia, occorre prendere in considerazione alcuni aspetti che l’app propone ai propri utenti. Innanzitutto occorre accettare – come per ogni tipologia di servizio – i termini e le condizioni di utilizzo dell’applicazione:



Nelle condizioni di utilizzo si evidenzia come, accettando i termini di Lensa (si dichiara – tra le altre cose – di avere un’età maggiore di 18 o di 21 anni a seconda del Paese di riferimento: ma al di là dell’autodichiarazione non ci sono modi per confermare questo dato), si forniscono informazioni accurate, aggiornate e complete per l’account dell’utente, si aggiornano tempestivamente, se necessario, le informazioni dell’account stesso, si è responsabili della sicurezza delle informazioni di accesso all’account, sì è responsabili di tutte le attività che si verificano tramite l’account anche se tale attività non è direttamente svolta dall’utente che l’ha creato. L’app chiede, inoltre, di avvisare tempestivamente il team dedicato se dovessero essere rilevate delle attività sospette a partire dal proprio profilo. Lensa, inoltre, non si dichiara responsabile nel caso di danni derivanti dall’assenza dei requisiti sin qui enunciati.



I dati raccolti da Lensa AI e i problemi di privacy

Per quanto riguarda la privacy, l’app Lensa raccoglie questi dati: gli indirizzi IP utilizzati per la connessione, i dati biometrici della persona che invia le fotografie e le altre informazioni personali che vengono fornite al momento dell’iscrizione al servizio. Lensa, inoltre, raccoglie automaticamente dettagli sull’utilizzo di Lensa da parte degli utenti, inclusi dati sul traffico e altri dati relativi alle risorse che vengono utilizzate tramite Lensa; vengono condivise informazioni sul dispositivo utilizzato per collegarsi con Lensa; vengono raccolti dati sul comportamento dell’utente, previo consenso dello stesso. Inoltre, Lensa comunica che c’è un procedimento in atto per rendere completamente anonimi i dati di questi utenti che verranno utilizzati a scopi commerciali. Dunque, al momento, dobbiamo credere che i dati non sono aggregati in maniera anonima, ma sono invece settati e targettizzati sul singolo utente. 

Per quanto riguarda l’utilizzo delle foto, invece, Lensa ci fa sapere che: «Non utilizziamo le foto o i video che fornisci quando usi Lensa per nessun motivo diverso dall’applicazione di diversi filtri o effetti stilizzati, a meno che tu non ci abbia dato il tuo esplicito consenso a utilizzare le foto o i video per uno scopo diverso». Nel processo di completamento degli avatar, tuttavia, non è chiaro quando arrivi il momento di questa dichiarazione esplicita di consenso per l’utilizzo diverso di foto e video.

Perché – come vi abbiamo detto all’inizio – noi abbiamo sperimentato Lensa, abbiamo caricato sull’applicazione 10 selfie (il minimo indispensabile per vedere il risultato degli avatar) e abbiamo pagato 6,99 euro per ottenere un album di 50 foto con filtri ed effetti messi a disposizione dall’intelligenza artificiale su cui Lensa si basa.

Sempre per quanto riguarda le foto, Lensa specifica che «per applicare diversi filtri o effetti stilizzati alle tue foto potremmo caricare tali foto sui provider cloud che utilizziamo (Google Cloud Platform e Amazon Web Services). In questo caso le foto diventano disponibili per noi in forma anonima e vengono automaticamente cancellate entro 24 ore dall’elaborazione da parte di Lensa». Il trasferimento dei dati verso Paesi terzi sembra sussistere, creando i soliti problemi che ben conosciamo relativamente al GDPR per quanto riguarda gli stati membri dell’Unione Europea. Tra l’altro, Lensa sembra esserne consapevole, dal momento che prevede – per lo spazio economico europeo e per il Regno Unito – delle specifiche indicazioni, riconoscendo che, in particolare, i Paesi dell’Unione Europea possono fare ricorso presso le autorità per la protezione dei dati personali, in merito a qualsiasi attività di Lensa che non venga ritenuta conforme al GDPR. 

Dopo circa 20 minuti di attesa, l’applicazione ci ha fornito il suo album: ci ha chiesto il consenso di inviare una notifica nel momento in cui questo album fosse stato pronto e ci ha girato il prodotto del lavoro dell’intelligenza artificiale. Nel caso specifico, abbiamo ottenuto 50 immagini suddivise in vari gruppi: Superhero, Stylish, Mystical, Sci-fi, Astronaut, Anime, Adventure, Cyborg, Cosmic, Rock Star. Affronteremo in un altro articolo i problemi che gli stili artistici con cui vengono rielaborate le foto vengono utilizzati da Lensa AI.

Il risultato non è pienamente soddisfacente. Ora, al di là del fatto che sono stati caricati soltanto 10 selfie (si possono caricare fino a 20 selfie, che evidentemente potrebbero dare origine a avatar più accurati), molte delle immagini presentano degli elementi piuttosto approssimativi. Occhiali sovrascritti ad altri occhiali, narici che spuntano in posizioni improbabili, mani evidentemente troppo poco definite (al limite dell’inverosimiglianza). Insomma, non un servizio per cui valga la pena uscire di testa. Se si considera i rischi a cui ci si espone dal punto di vista dei dati personali, ecco che i famosi 6,99 euro (ma ci sono anche altri pacchetti più costosi: quello predefinito, ad esempio, è utile ad avere 100 foto in 10 stili diversi alla “modica” cifra di 9,99 euro, c’è la soluzione da 200 immagini a 14,99 euro e c’è anche un abbonamento mensile per sfruttare appieno altre funzionalità di Lensa AI come quella di creare rapidamente dei video di pronta pubblicazione) non sembrano essere il miglior investimento del mese di dicembre 2022.