Legge di Stabilità da 27 miliardi, Renzi punta anche su sconti Ue e crescita

16/09/2015 di Redazione

Ottenere dall’Europa un ulteriore scontro sul deficit, e utilizzare tutta la flessibilità concessa per mantenere gli impegni fissati dal Fiscal Compact, e varare una manovra da 27 miliardi di euro. Sono questi gli obiettivi del governo e in particolare del premier Matteo Renzi ad un mese esatto dal termine del 15 ottobre, data entro la quale dovrà essere presentata in Parlamento la nuova legge di Stabilità. L’esecutivo ha avviato una trattativa con la Commissione Ue per ottenere un bonus dello 0,4% del Pil. Ne parla Claudio Tito su Repubblica:

Già lo scorso anno Palazzo Chigi e il Tesoro strapparono a Bruxelles un “bonus” dello 0,4% rispetto al Pil. Una detrazione accordata su base triennale. E che quindi è valida anche per il 2016. Nel negoziato riservatissimo in cui è impegnato soprattutto il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, però, sul tavolo c’è almeno un altro 0,4% da scontare. Che in termini concreti significa quasi 7 miliardi di euro da mettere nel paniere della prossima Finanziaria. Da impiegare per l’abolizione della tassa sulla prima casa, ma non solo. Considerando che sulla scrivania del presidente del consiglio a Palazzo Chigi sono ancora in bella vista almeno due dossier cui Renzi non vorrebbe rinunciare già in questa tornata di bilancio: un intervento sulle pensioni per rendere praticabile la cosiddetta flessibilità in un uscita e un primo ritocco dell’Ires, l’imposta sul reddito delle società.

 

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LEGGE DI STABILITÀ: 8-10 MILIARDI RECUPERATI CON LA SPENDING REVIEW –

Sarà dunque proprio l’entità dello sconto Ue a rappresentare le fondamenta della prossima legge di Stabilità. L’ultimo Def approvato in primavera indicava un rapporto deficit/pil dell’1,8%. Il governo vorrebbe alzare l’asticella almeno al 2,2%, Renzi addirittura al 2,6, al di sotto del 3% previsto dai parametri europei, ma comunque al di sopra degli obiettivi di spesa convenuti pochi mesi fa. «Noi non facciamo come la Francia che ha sfondato il deficit/pil andando addirittura oltre il 4%», avrebbe detto il premier. Al di là dello sconto, in ogni caso, dovrebbero essere 8/10 i miliardi recuperati dalla spending review. Scrive ancora Tito su Repubblica:

L’ulteriore margine dello 0,4% nel deficit costituisce dunque la premessa della Legge di Stabilità. Che dovrà trovare risorse per circa 16 miliardi allo scopo di non far scattare le clausole di salvaguardia: senza una effettiva “copertura”, infatti, il prossimo anno aumenterebbero l’Iva e le accise sulla benzina. Almeno altri 5 miliardi, poi, servono a coprire il taglio dell’Imu sulla prima casa. Dagli 8 ai 10 miliardi verranno recuperati con la famigerata Spending review. Una prima sforbiciata riguarderà la Sanità. Il patto sulla Salute prevede un aumento nel 2016 dei fondi stanziati per 3 miliardi. Ecco, questo aumento – secondo le intenzioni del governo – non ci sarà. Il resto verrà ottenuto attraverso il contenimento e le “incisioni chirurgiche” nella spesa per la Pubblica amministrazione. In particolare nella voce “Beni e servizi”. Un’altra quota di entrate viene attribuita al rientro dei capitali dall’estero, la “Voluntary disclosure”. Il termine finale per presentare tutti i documenti dell’autodenuncia è slittato di un mese: si arriverà fino al 30 ottobre. E le associazioni dei commercialisti chiedono un ulteriore rinvio. Secondo le previsioni delle Finanze, al 30 settembre si sarebbe potuto contare su circa 4 miliardi. Con un mese in più, le stime si avvicinano alla soglia dei 5 miliardi. Di questi, 1,5 miliardi dovranno essere subito impiegati per disinnescare le clausole che riguardano le accise e l’Ires pronte a scattare a ottobre.

STIME DI CRESCITA –

Una questione aperta è poi quella relativa alle stime di crescita. Nel Def il pil era dato in salita il prossimo anno dell’1,4%, ma a Palazzo Chigi pensano poter arrivare nel 2016 all’1,6%, dato che metterebbe a disposizione altri 3 miliardi e agevolerebbe il processo di riduzione del debito pubblico, finora molto lieve, che dovrebbe accelerare proprio nel prossimo anno. Infine, le pensioni. Oltre al taglio di Imu agricola e Tasi Renzi ritiene percorribile anche la strada che porta ad un intervento aggiuntivo: unos gravio Ires o sulla flessibilità in uscita dal mondo del lavoro.

(Foto di copertina: ANSA/ETTORE FERRARI)

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