Le conseguenze in casa Rai dopo il tweet di Burioni

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Il medico è stato accusato di bodyshaming per una risposta a un tweet. E ora il Consigliere d'amministrazione di viale Mazzini, Riccardo Laganà, apre a nuove prospettive

Quel tweet di Roberto Burioni non poteva perdersi nella miriade di pubblicazioni che ogni giorno, a ogni secondo, alimentano i social network. E così, dopo le scuse per quel bodyshaming via Twitter, l’immunologo ha chiesto scusa alla diretta interessata e ha cancellato quanto pubblicato nella giornata di sabato. Ma solo dopo che la bufera era scoppiata e dopo che quello screenshot aveva fatto il giro di tutte le piattaforme. E ora si iniziano ad alzare voci anche da viale Mazzini, perché il professore è ospite fisso (almeno fino alla stagione che si è conclusa a fine maggio) di “Che tempo che fa“, il programma domenicale condotto da Fabio Fazio su RaiTre).



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Su viale Mazzini, per oltre 24 ore, è calato il silenzio. Nessun commento ufficiale sul tweet Burioni. Nessuna decisione da prendere in fretta e furia. D’altronde la storia della televisione pubblica italiana ha sempre mostrato una dilazione temporale tra gli accadimenti (il caso Fedez al concerto del 1° maggio ne è un esempio) e le decisioni (che non sempre sono state prese o hanno seguito le aspettative annunciate). Ma a squarciare il velo di quel silenzio ci ha pensato questa mattina Riccardo Laganà, consigliere d’amministrazione della Rai.



Il membro del cda di viale Mazzini non fa riferimento solamente all’ultimo tweet di Roberto Burioni. Già in passato, infatti, il professore e immunologo del San Raffaele di Milano era stato protagonista di un altra pubblicazione (non scientifica) alquanto disponibile (per usare un eufemismo).

Tweet Burioni, cosa può accadere ora in casa Rai

Ovviamente, quanto scritto da Laganà non è un’anticipazione degli eventuali provvedimenti che la Rai prenderà nei confronti di Roberto Burioni. Anche perché, come riportato da un articolo di Open del febbraio scorso, il professore non avrebbe un contratto diretto con viale Mazzini, ma con una società esterna che si occupa della produzione di “Che Tempo che Fa”. Dunque, l’idea di “rotazione” (punitiva) avanzata dal consigliere d’amministrazione resta, al momento, ferma su carta. Anzi, sul tweet. Ovviamente, però, questo tema sarà ampiamente dibattuto nei corridoi e nelle stanze di viale Mazzini.

(FOTO IPP/MIPA)