L’ambulatorio veterinario incendiato per vendetta

Aver dato alle fiamme un ambulatorio veterinario. È l’accusa cui dovranno rispondere quattro persone arrestate stamane dalla Squadra Mobile di Roma. L’incendio doloso è avvenuto il 12 marzo scorso, in via del Pianeta Venere, e ha distrutto completamente il centro clinico. L’ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa nei confronti di Adalgiso Di Cesare, 67 anni, Giulio Amodei, 60 anni, Luigi Giannacco, 59 anni e Ferdinando Giampaoli, 45 anni.

 

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LA VENDETTA DELLA CLINICA CONCORRENTE – Stando a quanto ricostruito dagli investigatori le fiamme sarebbero state appiccate per favorire la concorrenza di un altro ambulatorio. A quanto si apprende, infatti, uno dei responsabili dell’incendio, legato da rapporto di amicizia con la titolare di un altro centro clinico veterinario, sito sempre in zona Eur, e con il suo compagno, direttore sanitario del laboratorio, avrebbe ricevuto da questi ultimi l’incarico di annientare la concorrenza della clinica ubicata in via Pianeta Venere. I proprietari dell’ambulatorio incendiato erano sospettati dai dirigenti dell’altra clinica, con sede in via Budapest, di essere i mandanti di un’incursione, avvenuta circa un mese prima, da parte di una troupe di Striscia la Notizia. A seguito di una segnalazione gli inviati di mediaset si erano recati presso di loro ed erano riusciti a certificare che presso quello studio veterinario veniva praticata illegalmente la caudectomia estetica sui cani. Il blitz del programma televisivo di Canale 5 aveva creato non pochi problemi. A seguito della messa in onda del servizio, sul luogo erano poi intervenuti gli investigatori del commissariato di Esposizione, denunciando il direttore sanitario della clinica per i reati commessi.

L’INCENDIO – La sera del 12 marzo scorso, dunque, i componenti della banda, dopo aver forzato la porta di ingresso del centro veterinario, hanno cosparso il pavimento di oltre 30 litri di benzina, dandogli poi fuoco. Le fiamme hanno completamente distrutto l’ambulatorio e si sono propagate fino al primo piano dello stabile, creando disagi anche alle numerose famiglie residenti nel condominio. La responsabilità degli indagati è emersa nell’ambito di un’altra indagine su alcune rapine in banca realizzate fancedo ricorso alla nota tecnica ‘del buco’.

(Foto di repertorio da archivio LaPresse)

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