La svolta vegan di Di Battista vale un 3 in pagella

Dopo i flop di Italo Bocchino e Ignazio Marino ecco a voi quello di Alessandro Di Battista. Il pagellone settimanale di Francesco Curridori.

VITTORIO SGARBI voto 8

«Pagano troppo Prandelli, pagano troppo Balotelli. Puoi pagare un centesimo di quello che prendono e allora vedi che vincono perché pieni d’oro non gliene importa niente di vincere o di perdere. Dai a una persona che ha un lavoro di impegno 120 mila euro all’anno e dai 1 milione e mezzo a Prandelli, perché? Che cazzo vale Prandelli? Io posso fare il commissario tecnico e ho un’idea in mente: se devi fare il pareggio prendi 10 giocatori davanti alla rete per un’ora e mezza e vedi che non passa il pallone. Non devi perdere? Non rompere i coglioni, noi siamo in difesa… Se invece prendi un milione e mezzo devi vincere… Balotelli? O vince o vaffanculo!». Scurrile? Populista? Probabile, ma di sicuro Sgarbi sembra riscuotere più successo come critico d’arte o commentatore sportivo piuttosto che come politico. Standing ovation.

DANIELA SANTANCHÈ voto 7

Coerenza. Su garantismo e adozioni per i gay la “Danielona nazionale” non retrocede nemmeno davanti ai big del partito o a Berlusconi stesso. Difende l’ex governatore del Veneto promettendo lo sputtanamento dei suoi colleghi di partito: «Se qualcuno in Forza Italia si azzarda ancora a chiedere a Galan di fare un passo indietro o, peggio, se il mio partito dovesse decidere di votare per il suo arresto, io faccio uscire l’elenco di tutti gli indagati forzisti e ne chiedo io le dimissioni. Perché le regole devono valere per tutti». Chi di manette colpisce, di manette perisce…

VANNINO CHITI voto 6

È la spina nel fianco di Matteo Renzi. È la vera guida spirituale della minoranza Pd tanto da infastidire anche a distanza il premier che da Bruxelles ha dichiarato: «Uno non fa in tempo a prendere l’aereo per andare all’estero che una parte del suo partito, una minoranza, riapre discussioni che sembravano chiuse. Mi riferisco alle riforme istituzionali. È un atteggiamento che si giudica per quello che è e non ha bisogno di parole ulteriori». Sarà bene che il premier, anche per rimanere in linea con la politica di spending rewiew, tagli ulteriormente i viaggi istituzionali o lo costringeranno a fare le valigie da Palazzo Chigi…

LUIGI DI MAIO voto 5

È il volto pulito e dialogante del Movimento 5 stelle. Luigi Di Maio, 26 anni, vicepresidente della Camera ci prova a tenere testa a Matteo Renzi ma far passare il ‘democratellum’ come una legge che garantisce governabilità è un’impresa ardua anche per lui. Nulla può quando di fronte ai dubbi sulla doppia preferenza (positiva e negativa) il premier definisce la proposta di legge Toninelli un ‘Grandefratellum’… Chi lo farebbe lo spoglio? Barbara D’Urso o Alessia Marcuzzi? Ogni doppio senso, ovviamente, è del tutto casuale…

SILVIO BERLUSCONI voto 4

Dio, Patria e Famiglia. D’ora in poi soprattutto famiglia, meglio ancora se coppia di fatto e magari composta da omosessuali. Silvio Berlusconi si adegua al ribaltamento dei valori tradizionali della destra italiana, fortemente voluto dalla sua compagna Francesca Pascale che ha abbracciato la causa dell’Arcigay. Opportunismo a parte, alla fine la politica, a destra, è sempre una questione di famiglia. Aspettando Marina…

ALESSANDRO DI BATTISTA voto 3

Svolta vegan del deputato a cinque stelle Alessandro Di Battista. Un vero e proprio autogol questa settimana ha scritto sul suo blog che «non mangiare carne è una scelta politica» e che «le abitudini alimentari producano problemi sociali, economici o addirittura geopolitici». Si è inoltre dichiarato dispiaciuto per non riuscire ancora «a essere vegetariano del tutto». Risultato? Oggi il Giornale ha pubblicato una foto, risalente al suo ‘periodo sudamericano’ in cui il pentastellato regge con fierezza una testa di toro… Inutile la sua autodifesa su Facebook, ormai la gaffe è fatta, Di Battista non è riuscito nell’impresa di trasformare il Movimento 5 stelle in Movimento 5 stalle ma non è giusto ‘cannibalizzarlo’ per averci provato.

(Foto copertina da archivio LaPresse. Credit: Roberto Monaldo)

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