Matteo Viviani (Le Iene) risponde su vaccini e autismo: «Andatevene a quel paese»

«Andatevene a quel paese», così l’inviato de Le Iene Matteo Viviani replica in rete in merito alle critiche sul suo servizio su autismo e vaccini, andato in onda ieri sera su Italia uno. L’inviato replica con un lungo post su Fb: «Rispondo a le numerose (inspiegabilmente) persone che mi hanno scritto in merito urlando “vergognati!” “disinformatore” ed addirittura “se moriranno dei bambini a causa della mancata vaccinazione sarà colpa tua“. Allora, cercherò di mantenere la calma».

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DEFICIENTI – E la calma la iena cerca di “mantenerla” benissimo…

Vorrei solo spiegare a questi deficienti che se avessero seguito il servizio avrebbero appreso che la correlazione tra il vaccino e l’autismo, IN QUEI CASI, era stata certificata dall’autorità sanitaria competente. E che comunque, a prescindere da questo, il cuore del servizio era il mancato risarcimento economico ad una delle due famiglie.

e ancora…

Infine, nella parte finale del pezzo, entrambe le famiglie non hanno mancato di sottolineare l’importanza di rispettare, sempre e comunque, il protocollo vaccinale…
Che dire, come al solito l’ottusa superficialità di alcune persone riesce ad intristirmi.
Quindi, andatevene a quel paese.
Cordialmente…

IL VIDEO E I COMMENTI – Il servizio riportava i casi di due bambini autistici. Secondo le famiglie, in un caso anche con una conferma da parte di un medico, la loro patologia sarebbe stata causata dalla vaccinazione obbligatoria. Nel video si parla della tardività del risarcimento in uno dei due casi: uno dei due bambini è stato abbastanza prontamente risarcito dallo Stato per il danno causatogli; l’altro attende ancora un adeguato indennizzo. 

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UN TEMA CALDO – Il servizio di Viviani rientra nella polemica su “Vaccini e autismo”, una correlazione che il mondo scientifico ha a più riprese, con studi anche recentissimi, e il cui legame viene puntualmente smentito.

Lo speciale di Giornalettismo sul tema:

I falsi allarmismi delle campagne anti-vaccini
Perché le pseudoscienze sono un pericolo
Cos’è l’autismo e perché gli allarmi sui vaccini sono pericolosi
Le vere cause dell’autismo
Vaccini e autismo: lo strano rapporto tra il pm di Trani e il medico “eretico”

«I VACCINI NON SONO UN TSO» – Sotto lo status di Viviani c’è chi non apprezza la spiegazione. «Quel risarcimento non ci deve essere – ha commentato un utente –  è scientificamente dimostrato che i vaccini non causino autismo, ma allora perché dovremmo risarcirli?». E ancora: «Hai concluso il servizio dicendo “resta il grande tema della relazione tra vaccini e autismo. Questa è disinformazione». Ma c’è anche chi grida al complotto, osservando il bipartisan della Iena:  

Matteo l’unica cosa che hai sbagliato è stato dire che gli obbligatori bisogna farli,anche per quelli ci si può rifiutare facendo obiezione attiva,i vaccini non sono un TSO,ma capisco che  DOVEVI chiudere così il servizio.Grazie di tutto ultimamente ti stai impegnando molto per la salute

E sotto si continua con il fronte anti-vaccino: «In ogni caso è stato dimostrato da diversi studi che i vaccini provocano solo che malattie … Come anche la sclerosi multipla… I vaccini sono una cosa innaturale..». E ancora:  «La gente ha le bende agli occhi…poveracci! I vaccini sono dannosisissimi, contengono metalli pesanti».  L’autismo è una patologia neurologica dalle origini sconosciute, per ora nessuno ha trovato traccia di una modificazione genetica come quella che segnala la sindrome di Rett. Eppure la sua “correlazione” con l’autismo fa discutere da anni. In determinati casi è stata ampiamente smentita. Un esempio è l’ipotesi della vaccinazione antimorbillo-parotite e rosolia (Mpr) associata ad autismo sollevata negli anni Novanta da uno studio inglese pubblicato nel 1998 su Lancet. La tesi è stata successivamente valutata da numerosi studi condotti sia in Europa che negli Usa, ma nessuno di questi ha confermato che possa esserci una relazione causale tra vaccino Mpr e autismo. Gli stessi autori dello studio inglese hanno successivamente ritirato le loro conclusioni e nel 2010 la rivista Lancet ha formalmente ritirato tale articolo”. Per questo è un tema caldo e probabilmente le polemiche non finiranno qui.

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