Killnet prende in giro la stampa italiana: «L’attacco hacker è stato fatto da un nostro bambino disobbediente, non da noi»
Il riferimento è a Legion, ma c'è una grande ambiguità di fondo su cui il gruppo di hacktivisti sta giocando
12/05/2022 di Gianmichele Laino
Non solo l’attacco, ma anche la beffa. Nella giornata di ieri, dopo il messaggio di rivendicazione sul canale Telegram di Killnet – un gruppo di hacktivisti filo-russi nato non troppo tempo fa, che ha comunque ottenuto un buon seguito – di cui vi avevamo dato conto anche noi, lo stesso gruppo ha voluto dare qualche indicazione in più rispetto all’accaduto, prendendo come esempio un articolo del Messaggero che aveva attribuito a Killnet la responsabilità per gli attacchi ai siti internet del ministero della Difesa, del Senato, dell’Istituto Superiore di Sanità (tra gli altri).
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Killnet e Legion, le differenze e le parentele tra di loro
«Com’è nata l’idea che siamo stati noi ad hackerarvi? Fottuti media, è ora di rimettervi al vostro posto. Che diavolo è questa robaccia? – scrivono sulla chat Telegram, la stessa da cui, rivolgendosi a Italia e Spagna, Killnet aveva annunciato “l’inizio della vostra fine” – Il mio bambino è Legion, è davvero disobbediente. Non sono responsabile per le sue azioni. Non c’è bisogno che scriviate di noi, non c’è verità in voi».
Il tutto è stato accompagnato da un link al Messaggero, che aveva parlato della responsabilità di Killnet nell’attacco hacker che, nel pomeriggio di ieri, aveva letteralmente mandato in confusione diversi siti istituzionali italiani e non solo. Da dove nasce la presunta confusione? In realtà, Killnet è la casa madre di Legion che ne rappresenta una costola più piccola e più recente, ma estremamente battagliera. Non è un caso se nel canale Telegram di Killnet ci sia un riferimento anche al canale Telegram di Legion (un rimando esplicito, impossibile non coglierlo).
Legion e Killnet sono parenti stretti (probabile che tra di loro non ci sia esattamente coordinamento) e sono pronti a sottolineare l’uno le azioni dell’altro. Nella fattispecie, quello che è emerso con questa dichiarazione relativa alla stampa italiana sembra essere un piccolo segnale di una incrinatura nei rapporti tra i due gruppi. Anche nel gruppo Telegram di Legion è comparso un messaggio abbastanza indicativo: «Dopo 9 giorni, riassumeremo le attività di ciascuna delle unità DDOS. Chi rimane attivo resta nella Legione, chi non ce l’ha sarà espulso e siederà su una molotov in diretta su Russia 24». Un chiaro segnale a chi volesse dissociarsi dalle attività filo-russe del gruppo di hacktivisti.
Insomma, la sensazione è che – per una questione di metodi interni – il gruppo di hacktivisti filo-russo Killnet e il sottoinsieme Legion stiano giocando su una ambiguità di fondo per confondere ancora di più le acque. E alimentare un altro tema molto caro alla Russia in questa guerra ibrida: la disinformazione che sarebbe stata compiuta dai media occidentali. Di cui il Messaggero e tutte le testate che hanno parlato dell’attacco hacker di ieri collegandolo a Killnet fanno parte.