In Kazakistan c’è un voluto blackout di internet

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Molti siti che veicolano informazione sono stati oscurati per via delle proteste contro l'aumento dei prezzi del carburante

Il prezzo del carburante era salito alle stelle, nei giorni scorsi in Kazakistan. E l’effetto è stato quello delle proteste massicce di piazza da parte della popolazione, che hanno portato alle inevitabili dimissioni del primo ministro del Paese. Ma la cosa che va rilevata e che sicuramente fa riflettere circa la libertà dell’informazione nel mondo è il fatto che in Kazakistan ci sia stato, in questi ultimi giorni, una sorta di blackout di internet “voluto”. 



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In Kazakistan, non sono stati raggiungibili diversi siti di informazione

Netblocks, il sito web che monitora lo stato di internet in tutto il mondo, ha dichiarato che il Kazakistan sia «nel bel mezzo di un blackout di internet su scala nazionale». Questo perché diversi siti di news o che veicolano le informazioni non sono più raggiungibili. Lo scopo, con ogni probabilità, è quello di non dare visibilità alle proteste che hanno causato gli sconvolgimenti politici nel Paese negli ultimi giorni. Anche l’Associated Press ha rilevato questa assenza di accessibilità alla rete internet in Kazakistan.



La situazione è in continua evoluzione: l’aumento dei prezzi del carburante aveva provocato una sommossa vera e propria della popolazione civile. Al momento, però, si deve registrare anche una inversione di tendenza rispetto all’aumento del prezzo del carburante, attraverso l’intervento diretto del presidente Kassym-Jomart Tokayev, dopo aver accettato le dimissioni del governo. Ora, occorrerà monitorare, nei prossimi giorni, non solo la situazione nelle piazze del Paese, ma anche lo stato delle interconnessioni virtuali in rete.