Biden abbassa i toni sulle responsabilità di Putin nel ransomware contro Kaseya

Il presidente degli Stati Uniti ha affermato che una valutazione iniziale avrebbe escluso il governo russo dall'elenco dei responsabili

05/07/2021 di Gianmichele Laino

Kaseya sta ancora fronteggiando i postumi dell’attacco hacker avvenuto nel week-end del 4 luglio. Ma è già sul piano della geopolitica che si sta giocando la vera partita. Le 40mila aziende potenzialmente colpite dal ransomware lanciato dal gruppo di hacker russi REvil (con riscatti variabili a partire da 50mila dollari) hanno sicuramente avuto un effetto a cascata nella gestione dei propri servizi, anche per altri clienti con milioni di computer potenzialmente coinvolti nell’attacco. Ma dalle parti della Casa Bianca l’impatto dell’attacco viene valutato in maniera diversa e pesato secondo criteri differenti.

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L’attacco a Kaseya visto con un taglio geopolitico

Joe Biden aveva puntato il dito direttamente contro il Cremlino, nelle prime ore dell’attacco. Adesso, a quanto pare, sembra avvertirsi l’effetto Ginevra (Biden ha incontrato a lungo Vladimir Putin in un vertice bilaterale conclusosi positivamente, almeno in apparenza): il presidente Usa ha fatto marcia indietro su un potenziale coinvolgimento del governo russo nell’attacco hacker di REvil.

Questioni di stato negli attacchi hacker

La dichiarazione di Biden è stata abbastanza chiara: «L’intelligence – ha detto – sta indagando sulla provenienza dell’attacco hacker. Ho dato ordine perché tutte le risorse del governo federale siano mobilitate. La valutazione iniziale avrebbe escluso il governo russo, ma non ne siamo ancora sicuri». Insomma, si lascia ancora uno spiraglio su una eventuale possibilità che l’esecutivo di Mosca possa aver giocato un qualche ruolo. Ma adesso i toni diplomatici sembrano essere molto più distesi.

Il tema dell’hackeraggio e dei pericoli di questo nuovo spionaggio 4.0 è stato al centro del meeting di Ginevra e le risposte erano state interlocutorie. Gli Stati Uniti accusavano, la Russia rispondeva dicendosi vittima a sua volta. Certo, l’alta concentrazione degli attacchi ad aziende e infrastrutture strategiche americane legare alle attività del gruppo russo REvil avevano fatto presagire il peggio. Ma la territorialità degli attacchi non è sempre definita. Il gioco delle parti è aperto.

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