Cosa significa che l’Antitrust ha aperto una istruttoria sull’accordo Tim e Dazn

Al momento si tratta soltanto di una indagine esplorativa su alcune cause dell'accordo

08/07/2021 di Redazione

Gli abbonati di Sky che proprio non vogliono rinunciare alle proprie tradizioni stanno alla finestra, ma in realtà – al momento – c’è poco da guardare. L’Antitrust ha aperto una istruttoria sull’accordo Tim-Dazn per la trasmissione dei pacchetti 1 e 3 (quelli che riguardano le esclusive di tutte le partite) della Serie A di calcio. L’operazione è una diretta conseguenza del ricorso che l’emittente satellitare ha fatto all’organo garante della concorrenza e del mercato: si contesta, infatti, che TIM possa diventare l’unico operatore di telefonia mobile coinvolto in questa operazione, essendo TIM già retailer dominante della banda larga in Italia.

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Istruttoria Antitrust su Dazn e Tim, i passaggi

Alle contestazioni di Sky, tra l’altro, aveva già risposto TIM, sottolineando che «l’Autorità Garante della Concorrenza e del mercato (AGCM) ha accertato più volte che SKY è un soggetto dominante nel settore della pay tv detenendo una quota di mercato pari a circa l’80%» e dicendosi disponibile a distribuire i contenuti con qualunque altro editore interessato alla valorizzazione dei contenuti attraverso la piattaforma TIMVISION.

L’Antitrust, comunque, è andato avanti con la sua istruttoria, per esaminare le possibili clausole dell’accordo tra Dazn e Tim che andrebbero contro i principi. Il Garante, infatti, vuole valutare attentamente se ci potranno essere «significative distorsioni della concorrenza, in un contesto caratterizzato dall’evoluzione delle modalità di fruizione dei servizi televisivi verso la piattaforma internet e dai conseguenti benefici per i consumatori». Ma si tratta di un procedimento investigativo, al momento, e non di una risoluzione. Inoltre, nel caso in cui si dovesse accertare una violazione, sarebbe in discussione il principio della distribuzione dei contenuti sportivi relativi alla Serie A per il triennio 2021-2024 e non l’assegnazione stessa dei diritti di trasmissione.

Non è stato emesso alcun giudizio, infatti, né è stata segnalata alcuna sanzione per gli operatori coinvolti. L’Antitrust, tuttavia, si è riservata di ascoltare il contraddittorio tra le parti in causa. Al termine di questa fase istruttoria, si prenderà una decisione sulla distribuzione di diritti televisivi che – lo si ribadisce per chiarezza – sono già stati assegnati a Dazn.

Foto Luciano Adriani/Italyphotopress – Bologna

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