Martedì , 9 giugno, ore 07.29 del mattino, in zona porta Venezia, a Milano irrompe la Guardia di Finanza in un palazzo, al terzo piano. Il citofono che gli uomini in borghese ma con distintivo ricercano è quello che appartiene a Irene Pivetti.
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Dopo l’affaire, poco chiaro, legato alla fornitura di mascherine la situazione per l’ex Presidente della Camera si arricchisce di un nuovo capitolo, a quanto pare non bello, per la sua carriera. La perquisizione è terminata dopo oltre un’ora e mezza. Al momento Irene Pivetti è stata trasferita a bordo di una macchina utilitaria per non dare nell’occhio, insieme con un due persone e fascicoli sotto braccio in altra sede. Vi terremo aggiornati sui nostri canali.
L’indagine, secondo quanto si è appreso successivamente, vede al centro operazioni di import-export con la Cina da parte di società riconducibili a Irene Pivetti, ma a quanto pare questa operazione e questa indagine non ha nulla a che vedere con il periodo legato all’emergenza coronavirus.
Sulla società di Irene Pivetti, nelle scorse settimane, invece, si erano concentrate alcune indagini per la nota vicenda di import-export di mascherine che non avrebbero previsto alcuni standard di sicurezza. La fornitura in questione sarebbe stata di circa 10 milioni di mascherine Ffp 2.