«Botte e insulti, vi racconto il mio inferno da autista di autobus a Roma»

Botte, insulti, mani sul volante. Questa la realtà di un autista di autobus Atac intervistato da Repubblica e rimasto anonimo dopo la sospensione a tempo indeterminato di un collega, Christian Rosso perché colpevole di aver caricato su Facebook un video sul disastro del trasporto pubblico romano. Una realtà che si fa più pesante quando si tratta di guidare un autobus fuori dal centro: «Se la mia linea è in periferia l’ansia cresce. I cittadini sono esasperati dalle corse sempre meno frequenti e si sfogano con te, ti aggrediscono. E se vediamo i dati, scopriamo che sono gli italiani i maggiori responsabili delle aggressioni».

autista autobus atac
ANSA/ANGELO CARCONI

«MI INSULTANO E NON DICO NIENTE»

L’autista, sposato con due figli e in servizio da 15 anni, sa che se a riceverlo oltre ai passeggeri ci sono insulti ed accuse l’unica cosa da fare e stare zitti:

«Due settimane fa ero a Corviale, periferia Sud. Conducevo il 98. Arrivo al capolinea e mi trovo la gente inferocita: mi urlano che il bus non passava da un’ora e 10 minuti. Lì non c’era una spiegazione da dare. Mi sono lasciato scivolare gli insulti addosso, ho rimesso subito in moto senza neanche spegnere il motore, non mi sono preso neanche i tre minuti di pausa per la pipì. Un’altra volta ero a Montespaccato, periferia Ovest. Guidavo un Citaro Mercedes, quelle che hanno il posto di guida completamente aperto. Anche lì passeggeri arrabbiati per la lunga attesa. Hanno iniziato a colpirmi alle spalle, a mettermi le mani sul volante. Ho cercato di fare appello a tutto il mio sangue freddo per non perdere il controllo della situazione. Avevo la responsabilità di un bus di passeggeri».

«I BUS IN PERIFERIA SONO ZONA FRANCA»

Sul perché succede tutto questo in periferia, la risposta è semplice: “colpa dei tagli”

«Le periferie sono abbandonate. Si effettuano delle scelte nei servizi, si scelgono le periferie, la verifica dei biglietti a bordo non esiste perché i verificatori sono sempre a rischio. Nessuno timbra, gli autisti sono sempre più soli. I bus in periferia sono zona franca e nei giorni festivi aumenta il malcontento».

«CI DISTRUGGONO I BAGNI CHIMICI»

Gli autisti poi non vengono aggrediti solo in risposta ai problemi del trasporto pubblico romano. C’è poi anche la questione degli atti vandalici e dei gesti “gratuiti”:

«Al capolinea coi bagni chimici, ad esempio, ai miei colleghi è capitato di entrare nel box e di trovarseli ribaltati dal balordo di turno. Una volta a Capodanno hanno buttato un raudo in un bagno chimico mentre c’era dentro un collega. La presenza di un campo rom vicino al deposito della Magliana ci causa molti problemi»

IL RAPPORTO CON I ROM: «CI RUBANO LA NAFTA»

Ed a proposito del campo Rom, il rapporto con gli abitanti è sicuramente “conflittuale”:

«Lanciano sassi ai finestrini degli autobus e li rompono. Si infilano nel deposito, rubano la nafta o le batterie per rivenderle, appiccano il fuoco all’immondizia generando fumi tossici. Una nube è rimasta dopo che l’incendio era stato spento due giorni prima».

«LA SITUAZIONE E’ DESTINATA A PEGGIORARE»

Una situazione difficile, quindi, destinata purtroppo a peggiorare:

«Atac taglierà ancora di più le corse e lo farà a spese delle periferie che si sentiranno sempre più abbandonate. Mi ricordo un anno fa la rivolta della gente al Quartaccio, periferia ovest. L’Atac aveva deciso di sopprimere la linea 987. In strada ci fu la guerriglia Cassonetti rovesciati e dati alle fiamme. Quel mezzo era l’unica linea che li portava a prendere un bus notturno con cui raggiungevano la Stazione Termini. Quella era gente che si alzava alle quattro per andare a lavorare. Si sono sentiti traditi. »

 

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