Internet in aereo, quali sono i rischi per la sicurezza a bordo avendo accesso al 5G?

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Archiviata la modalità aereo, gli equipaggi potrebbero dover fare fronte a un ulteriore calo dell'attenzione dei passeggeri rispetto alle possibili situazioni di emergenza a bordo

Tolta la modalità aereo, in che modo l’utilizzo del 5G in volo può influenzare la sicurezza dei passeggeri e la permanenza sul velivolo? Per parlare della questione abbiamo sentito Carlo Amati, segretario nazionale di ANPAV (Associazione Nazionale Professionale Assistenti di Volo) per avere un commento da parte degli assistenti di volo e, in generale, degli addetti ai lavori che – ogni giorno – si occupano di farci decollare e di farci atterrare anche dall’altra parte del mondo. Una tematica molto interessante e quella relativa a 5G e sicurezza in volo, considerato che la possibilità di essere sempre connessi può andare a interferire con la soglia di attenzione dei passeggeri. Passeggeri cui, a volte, viene chiesto di ascoltare e comprendere con rapidità determinati tipi di istruzioni in volo: parliamo, quindi, di possibili rischi internet in aereo.



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«È sempre più difficile avere l’attenzione dei passeggeri nelle potenziali emergenze»

«Temevamo che questa scelta prima o poi sarebbe stata fatta perché, essenzialmente, l’associazione delle compagnie aeree spinge a tutela dell’interesse dei passeggeri. Ci sono due contrapposizioni: noi rappresentiamo i dipendenti, l’associazione delle compagnie rappresenta loro stesse in difesa del proprio business. Ritengono che l’utilizzo del cellulare a bordo sia un servizio in più. Già oggi è possibile utilizzare il cellulare a bordo considerato che ci sono aeroplani che offrono la connessione a pagamento o meno – non con il 5G ma con un sistema satellitare fornito dall’operatore aereo (a cui un passeggero si connette attivando il Wi-Fi del proprio dispositivo n.d.R) -. Su questi si può fare videochiamate e tutto il resto», ci spiega Amati.



«La nostra preoccupazione è collegata al fatto che è sempre più difficile avere l’attenzione dei passeggeri, non tanto per i servizi di carattere commerciale ma nelle situazioni di potenziale emergenza. Siamo convinti che, se l’attenzione media scende, richiamare l’attenzione dei passeggeri durante una situazione di emergenza diventa sempre più difficile perché c’è una sorta di disabitudine. Adesso, ad esempio, è possibile utilizzare il cellulare dopo l’atterraggio: in quella fase, i passeggeri sono completamente distratti perché pensano ad avvisare i parenti che sono arrivati o chiamano qualcuno che deve venire a prenderli. Quella fase è comunque una fase delicata, poiché un aeroplano non è come la una bicicletta utilizzata nel giardino di casa, per cui è difficilissimo avere l’attenzione dei passeggeri».

«Durante il volo ci sono situazioni in cui serve attenzione da parte dei passeggeri, come nel caso della decompressione – in termini tecnici, la perdita di la altitudine da parte dell’aeroplano – per cui il velivolo deve cambiare quota per effetto di un problema tecnico. In quel caso serve l’utilizzo della mascherina dell’ossigeno, ci sono degli annunci diffusi nell’aeroplano, ma notiamo che anche quando i passeggeri vedono i film con le cuffie, nonostante si interrompa la visione, l’attenzione non è il massimo. Permettendo l’utilizzo di internet esattamente come se fossimo a terra, quindi, il rischio – secondo Amati – è che ci si ritrovi con passeggeri la cui attenzione sarà ancora più difficilmente catturabile in situazioni di necessità», conclude il presidente ANPAV.



Rischi interent in aereo: già senza, gli smartphone mettono a rischio la sicurezza

«Ad oggi, lo standard più sicuro è usare i dispositivi dell’aeroplano perché se l’aeroplano ha un problema, internet viene staccato e si hanno quei secondi necessari per catturare l’attenzione delle persone prima di fare una comunicazione. Qualora si utilizzasse internet tramite il dispositivo personale, fare la stessa cosa non sarebbe possibile perché non potremmo interrompere la connessione 5G», racconta il presidente.

Su questa e altre considerazioni tecniche si baserà il giudizio dall’EASA (Agenzia europea per la sicurezza aerea), al netto delle problematiche relative alla sicurezza a bordo che potrebbero emergere secondo una parte degli addetti ai lavori. «Bisogna lavorare perché ci sia un’attenzione massima in determinate fasi del volo, in cui il livello di sicurezza deve rimanere invariato al di là del comportamento consumistico di poter fare una telefonata quando ci pare». Il punto, quindi, è che è giusto ci sia una possibilità di comunicare in volo – per tutti – ma questa deve necessariamente fare i conti con determinati standard di sicurezza.

«Il livello di attenzione di una persona può danneggiare altre persone – spiega Amati, invitando a ragionare su una questione su cui difficilmente chi prende un aereo si sofferma -. Se si pensa a come è un aeroplano, se sono seduto in fila esterna e perdo tempo – nel caso di una evacuazione – perché ho un attacco di panico è un conto, ma se è perché sono a telefono e blocco chi sta in fila centrale e vicino al finestrino, non è la stessa cosa. In tanti casi, nonostante durante un’evacuazione di emergenza si debbano lasciare i bagagli a bordo, ci sono numerose immagini di passeggeri che si video riprendono in situazione di pericolo estremo per far vedere che le cose stanno andando bene. Faccio un esempio forte: abbiamo persone che si fotografano con la schiuma antincendio dopo un atterraggio fuori pista, quando la cosa principale è allontanarsi considerato che l’aereo potrebbe scoppiare. Quello che accade è che le persone si fermano e si fanno il selfie».

Un altro dei tanti, troppi, effetti dell’iperconnessione nelle nostre vite sul quale dovremmo riflettere di più.