La denuncia per violazione di copyright contro Internet Archive

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Quattro case editrici hanno fatto causa alla nota piattaforma, accusandola di pirateria di libri

Internet Archive è un portale che consente di realizzare copie permanenti delle pagine di tutti i siti presenti nel world wide web. Ha fatto la storia del mondo digitale, anche come strumento utile per “fotografare” un qualcosa avvenuto e pubblicato online. Ora, però, è stata scoperchiato un vaso di Pandora per via di una serie di denunce da parte di alcune case editrici. Causa per presunta violazione del diritto di autore. E tutto ciò, qualora la piattaforme fosse ritenuta responsabile, rischia di mettere a repentaglio la sua stessa esistenza.



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La serie di denunce presentate nei confronti di Internet Archive, però, non fa riferimento diretto ai contenuti pubblicati in rete. Perché da qualche anno il portale ha iniziato a offrire anche una serie di e-book consultabili – a titolo gratuito – da parte degli utenti. Si tratta di consultazioni in esclusiva, a mo’ di biblioteca: un titolo può essere preso “in prestito” da uno e solo un utente alla volta. Insomma, non è possibile una lettura simultanea e, dunque, una diffusione di quello stesso saggio o romanzo. Queste, però, sono solamente le premesse.



Internet Archive e la causa per il copyright violato

Come riporta Popsci.com, quattro case editrici hanno deciso – nel 2020 – di fare causa (per pirateria) alla piattaforma online. Il motivo è semplice: fornendo agli utenti una copia di e-book di un determinato testo, viene violata la legge sulla privacy. Soprattutto perché gli editori e gli autori che detengono i diritti di una pubblicazione (nell’archivio ci sono centinaia di titoli digitalizzati) non traggono profitto da questa sorta di biblioteca virtuale. E per questo Hachette Book Group, HarperCollins, John Wiley Sons e Penguin Random House hanno presentato denuncia contro quella piattaforma online. E si parla di almeno 127 libri (oggetto della causa) e l’eventuale risarcimento (qualora Internet Archive fosse ritenuto colpevole) ammonterebbe a circa 19 milioni di dollari (in pratica il guadagno esatto degli introiti commerciali dell’azienda).

L’accusa e la difesa

Le case editrici che hanno denunciato Internet Archive sostengono sulla piattaforma sia presente (e consultabile gratuitamente) «una raccolta di oltre tre milioni di ebook protetti da copyright non autorizzati – inclusi più di 33.000 titoli disponibili in commercio degli editori – senza ottenere licenze per farlo o pagare ai titolari dei diritti un cent per lo sfruttamento delle loro opere. Chiunque nel mondo disponga di una connessione a Internet può accedere istantaneamente a queste opere rubate tramite i siti Web correlati archive.org e openlibrary.org di IA».



L’azienda che cura e gestisce Internet Archive – la Electronic Frontier Foundation – ha sempre respinto al mittente questo tipo di accuse, ribadendo la sua linea di difesa in un memorandum datato 7 luglio: «Le biblioteche praticano CDL (Controlled Digital Lending, ndr) in una forma o nell’altra da più di un decennio. CDL rende più facile per gli utenti che vivono lontano da una biblioteca fisica, o che hanno difficoltà di stampa, l’accesso ai libri. Supporta la ricerca, la borsa di studio e la partecipazione culturale in una miriade di modi».