Le intercettazioni ai giornalisti italiani per le inchieste sulle Ong

Un articolo su Domani rivela l'inquietante violazione delle fonti giornalistiche dei colleghi che si interessano di immigrazione

02/04/2021 di Redazione

Si dice che un giornalista non riveli mai le proprie fonti. A meno che qualcuno, soprattutto in magistratura, non cerchi di risalirvi attraverso intercettazioni che, tuttavia, rappresenterebbero una violazione dei diritti del giornalista stesso. Questa è l’ipotesi su cui la Federazione nazionale della stampa italiana prima e, in un secondo momento, l’European Federation of Journalists stanno chiedendo chiarimenti alla procura di Trapani che sta indagando su alcune ong.

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Intercettazioni giornalisti, il caso della procura di Trapani

L’organizzazione Articolo 21 intende allontanare il dubbio che si stia seguendo una pista investigativa che è molto cara, in verità, a determinati ambienti politici italiani e a un certo tipo di narrazione sugli sbarchi che sembrerebbe essere molto diffusa sui social network: ovvero, individuare una certa connivenza tra i giornalisti, i trafficanti e le Ong. Perché si è scoperto – e lo ha riportato il quotidiano Domani, in un articolo in edicola il 2 aprile – che diversi giornalisti (e anche un avvocato) siano finiti nella rete delle intercettazioni relative a questa indagine della procura di Trapani.

Si tratta della freelance Nancy Porsia, che ha seguito non soltanto casi come quello della rotta dei migranti tra Libia e Italia, ma anche quelli più spinosi di Daphne Caruana Galizia a Malta e Giulio Regeni in Egitto, del suo avvocato e di altri giornalisti italiani tra cui Nello Scavo di Avvenire, Sergio Scandurra di Radio Radicale, Francesca Mannocchi de L’Espresso, Carla De Pasquale, collaboratrice di Report, Fausto Biloslavo de Il Giornale. 

La FNSI ha chiesto immediatamente chi avesse ordinato queste intercettazioni e per quali scopi, seguita a ruota dalla federazione europea dei giornalisti. Quest’ultima ha scritto in una nota: «Abbiamo chiesto alla Procura di Trapani spiegazioni su questa massiccia violazione della riservatezza delle fonti giornalistiche. Il caso è stato segnalato alla Piattaforma del Consiglio d’Europa per la protezione del giornalismo».

foto IPP/zumapress

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