Incidenti stradali: i giovani la categoria più esposta. Aumenta il rischio in autostrada

Categorie: Attualità

L’allarme di Guido Biserni dell’Asaps: “Sugli incidenti stradali, dal 2015 c’è una sostanziale inversione di rotta”

Ha fatto molto clamore, lo scorso sabato sera, la tragica morte di Gaia Romagnoli e Camilla von Fryemann, le due adolescenti travolte nel cuore di Roma da un’automobile in corsa. Ma la tragedia, non è purtroppo in Italia un caso isolato. Colpisce soprattutto nei weekend e le vittime, neanche a dirlo, sono spesso i più giovani. “Solo nei mesi di ottobre e novembre, in cui abbiamo riabilitato il nostro Osservatorio sulle vittime del ‘sabato sera’ abbiamo rilevato 79 incidenti gravi, 50 morti e oltre 166 ragazzi feriti in tutta Italia. Nelle notti dei primi 3 fine settimana di dicembre, l’ASAPS ha registrato 23 episodi con 15 vittime e 43 feriti”. sottolinea Giordano Biserni, presidente dell’ASAPS, (Associazione Sostenitori Amici Polizia Stradale) puntando il faro sulle vittime giovanili della strada.



E i dati Istat relativi al 2018 sembrano dargli purtroppo ragione. Come si può facilmente visualizzare dal grafico sopra è la fascia compresa tra i 20 e i 24 anni a far registrare il maggior numero di morti e feriti, insieme a quelle comprese tra i 25 e i 29 e tra i 15 e i 19 anni.



“Sui giovani gravano tutta una serie di fattori che li espongono maggiormente al rischio incidenti. Spesso si ha una maggiore familiarità con l’alcool e le droghe, specie il sabato sera, una maggiore inesperienza al volante e una sovrastima delle proprie capacità al volante, insieme all’uso del cellulare al volante. Un problema quest’ultimo che caratterizza però anche i più adulti” sottolinea Giordano Biserni.

Perché gli incidenti sono in aumento

Quel che è certo è che il numero di incidenti non cala in maniera decisa, ma segue un andamento piuttosto altalenante. Nello Stivale il numero degli incidenti stradali diminuisce sensibilmente fino al 2015. Poi si arresta e si attesta in un andamento altalenante che continua tutt’oggi.



“Stiamo assistendo a una sorta di gioco dell’oca da un po’ di anni, ad andamenti altalenanti fatti di aumenti e diminuzioni- sottolinea Giordano Biserni- e su questo pesano molti fattori come il depotenziamento de facto della legge sull’omicidio stradale, la diminuzione delle pattuglie sulle strade e la riduzione degli etilometri”. Si perché il calo delle vittime, non è frutto del caso, ma per Biserni, frutto di specifiche normative.

“Il calo che si osserva dall’inizio degli anni 2000 non è frutto di un caso. Si tenga presente che i morti nel fine settimana nel 2015 sono stati il 65% in meno rispetto al 2000. Cos’è successo nel frattempo? Nel 2003 è stata introdotta la patente a punti, tra il 2006 e il 2007 c’è stata una grande dotazione di etilometri per i controlli stradali, nel 2010 si sono avute norme con aumento delle pene per chi guida in stato di alcool o di droghe, fino a prevedere addirittura il sequestro della vettura. Tutte queste norme hanno avuto sicuramente ripercussioni positive anche sulla sicurezza”.

Il problema è però l’inversione di rotta: “Dal 2015 abbiamo avuto molti meno etilometri sulle strade che sono finiti in manutenzione, così come molte meno campagne di sensibilizzazione sugli incidenti automobilistici, meno pattuglie sulle strade e un fattore di distrazione di massa alla guida come il telefono cellulare, il cui uso è diventito pervasivo. E il risultato è stato un aumento della mortalità e un non decremento degli incidenti. In particolare è la diminuzione delle pattuglie della polizia stradale a essere preoccupante: è come se stessimo giocando una partita senza un arbitro” argomenta il presidente di Asaps.

L’aumento della mortalità, del resto, non è stato uniforme per tutta la Penisola, come si intuisce dalla mappa sopra, mentre sono state le strade urbane, nel corso dello scorso anno, a far registrare il maggior numero di incidenti.

Nel 2018 si sono riscontrati in Italia più di 172 mila incidenti con 3.334 vittime (morti entro 30 giorni dall’evento) e 242.919 feriti (-1,6%).>Il numero delle vittime torna invece ad aumentare secondo le stime preliminari istat 2019 (+1.3%). In particolare si registra un aumento dei sinistri sensibile sulle autostrade italiane dove l’aumento degli incidenti arriva addirittura al 25%. Dal 1° gennaio al 30 giugno scorso, gli incidenti sono stati 82.048 (in media, 453 al giorno: 19 ogni ora) e hanno causato 1.505 morti (8 al giorno: 1 ogni 3 ore) e 113.765 feriti (628 al giorno: 26 ogni ora). Dati che allontanano il nostro Paese dagli obiettivi europei, ma che, al di là dei freddi numeri, si traducono troppo spesso in pagine di lutti e drammi capaci di distruggere famiglie e intere comunità.