Cosa sta succedendo alla Parmacotto

04/07/2016 di Redazione

Oggi la Guardia di finanza di Parma è entrata nell’azienda Parmacotto. I militari hanno sequestrato patrimoni per un equivalente di circa 11 milioni di euro, in esecuzione di un provvedimento urgente della Procura della Repubblica. Al centro dell’indagine, che ipotizza la truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, i finanziamenti ottenuti dall’azienda nel settembre 2011 attraverso «artifici contabili, false attestazioni e falsi nel bilancio di esercizio». Sarebbero due gli indagati ed è stato nominato un amministratore giudiziario per la gestione dell’azienda.

PARMACOTTO: DAL CONCORDATO PREVENTIVO ALLE FIAMME GIALLE

A dare un quadro più nitido della situazione è La Gazzetta di Parma. Secondo quanto riporta la testata gli amministratori avrebbero chiuso un bilancio fiorente che in realtà nascondeva una perdita di esercizio consistente. Per questo motivo l’azienda avrebbe ricevuto nel settembre 2011 una certa liquidità, fatta perlopiù da denaro pubblico.

Secondo le accuse, gli amministratori pro-tempore della società, attraverso artifici contabili, false attestazioni e la conseguente falsificazione di un bilancio annuale d’esercizio, erano riusciti a far apparire una situazione economico-patrimoniale talmente fiorente da indurre una società di diritto pubblico ad erogare un finanziamento di 11 milioni di euro. Questa liquidità finanziaria, costituita da denaro pubblico, è stata concessa nel settembre 2011 grazie a un bilancio che, secondo la Guardia di Finanza, non era rispondente alla reale situazione economica e finanziaria dell’azienda: in particolare, in quell’anno, gli amministratori rinviavano a esercizi futuri costi di gestione già certi, evitando così di far apparire una consistente perdita di esercizio. La situazione critica latente è esplosa nel 2014, quando la società si è vista costretta a ricorrere alla procedura, prevista dalla legge Fallimentare, del concordato preventivo in continuità.

COSA SUCCEDE ORA ALLA PARMACOTTO

L’azienda – sottolinea la Gazzetta – non sarà chiusa. I beni aziendali (disponibilità finanziarie, quote societarie, beni mobili e immobili), sottoposti a vincolo giudiziario, saranno usati e gestiti sotto il controllo di un amministratore giudiziario già nominato dalla Procura. Sono stati sequestrati 11 milioni di euro perché, in base alle ipotesi di accusa, sarebbe stata quella la cifra di finanziamento ottenuta dall’azienda emiliana.

(copertina foto ANSA)

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